Santillo: “La destra sta buttando il Pnrr. Così ci condanna alla decrescita”

Parla il vicepresidente del gruppo M5S Camera, Agostino Santillo: "Nessuna fiducia in chi spreca una tale opportunità".

Santillo: “La destra sta buttando il Pnrr. Così ci condanna alla decrescita”

Ieri il ministro Raffaele Fitto è volato a Bruxelles per un primo giro di ricognizione sulla revisione del Pnrr. Agostino Santillo, vicepresidente del gruppo M5S alla Camera, cosa dobbiamo aspettarci?
“Difficile fare pronostici. Il governo ormai vive il Pnrr più come una croce da portare addosso che come un’opportunità. Un fastidio che nasce dall’incapacità di Meloni, Fitto e banda di dare un vero impulso al Piano: da inizio anno si susseguono ritardi, slittamenti, depennamenti sommari di progetti e contorsioni verbali per giustificare l’ingiustificabile. Quindi diciamo che non c’è questa gran fiducia sulla missione di Fitto a Bruxelles”.

Il governo ha stralciato dal Pnrr progetti importanti, da quelli per l’efficientamento dei Comuni fino a quelli per la riduzione del rischio idrogeologico.
“L’Ufficio Studi del Parlamento, soltanto un mese fa, nella sua relazione ha rimarcato come su 33 miliardi di previsione di spesa per il 2023 a luglio ne erano stati spesi solo 2. Ci sono segmenti del Piano come sanità e digitalizzazione dove praticamente è stato speso solo qualche milione: il nulla. Sul contrasto al dissesto idrogeologico il governo ha tagliato il 40% delle risorse ordinarie nella passata manovra. ‘Tanto ci sono i fondi del Pnrr’ era il mantra nel dicembre scorso. Pure lì però sono completamente fermi. Siamo convinti che con una più efficace messa a terra del Piano non ci saremmo ritrovati quel nefasto -0,4% del Pil nel secondo trimestre. La Meloni è maestra nel cercare alibi e nell’attribuire responsabilità alle misure dei precedenti governi sulla carenza di risorse, ma quelle del Pnrr che ha a disposizione sta dimostrando di non saperle utilizzare. Questo è un dato di fatto incontrovertibile”.

Sono saltati anche i progetti per le aree più disagiate del Paese, come le periferie di Scampia a Napoli e Corviale a Roma.
“Con i fondi per i comuni è stato inanellato un filotto di pasticci. Soprattutto al Sud, migliaia di amministrazioni comunali facevano affidamento su quelle risorse per realizzare opere indifferibili attese da trent’anni o più. Con acrobazie verbali imbarazzanti Fitto ha detto che verranno recuperati, ma non si sa dove, come e quando. La prima nemica del Pnrr è l’approssimazione, caratteristica saliente dell’esecutivo Meloni in questi dieci mesi”.
La premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, continuano a sparare contro il Superbonus. Ci dice come stanno realmente le cose: è stato una zavorra o un volano per l’economia?
“Al di là della narrazione farlocca sulla ‘tragedia contabile’, è ormai lampante che Meloni e Giorgetti si scagliano contro il Superbonus 110% per celare il loro vuoto di idee su quali misure attuare per dare nuova linfa alla crescita economica. Che infatti, dopo il +7% del 2021 e il +3,7% del 2022, è prossima alla paralisi. I benefici del Superbonus sull’economia sono certificati da decine di analisi, tanto che fino a un anno fa nel Centrodestra tutti facevano a gara per proporre estensioni o migliorie. Lo stesso Giorgetti, che ora ha il mal di pancia, era al Mise quando furono messi appunto i decreti attuativi, quindi ha contribuito a regolamentarlo. Sui benefici vogliamo parlare dei livelli occupazionali? Tra diretti e indiretti, il 110% ha contribuito a creare oltre 900 mila posti di lavoro. L’Istat ci dice però che a luglio l’Italia ha perso complessivamente 73 mila occupati. Siamo sicuri che la ‘decrescita infelice’ di questi dieci mesi sia davvero benefica per il sistema paese?”.

Pensioni, Sanità, lavoro. Che Manovra ci aspetta?
“Una Manovra a cinghia tiratissima, di quelle lacrime e sangue, in pieno Monti-style. Condita con scuse e giustificazioni puerili: il Superbonus elevato a capro espiatorio è solo l’inizio della filippica. Su sanità e scuola ci finiranno solo pochi spiccioli, sui pensionati si andrà di nuovo a fare cassa e sul lavoro come un anno fa sentiremo tante chiacchiere e zero fatti. Quattro milioni di italiani hanno salari da fame, mutui e benzina sono alle stelle e con 50 a euro al supermercato non ci si riempie nemmeno una bustina biodegradabile. Poi però ci dicono che i primi miliardi per l’inutile Ponte sullo Stretto ci sono. Vi pare normale?”.

Salario minimo. Per l’economista e premio Nobel Joseph Stiglitz è “positivo per l’economia e la società, soprattutto in una fase di grandissime disuguaglianze, come quella attuale”.
“Stiglitz ha ragione da vendere, ma è difficile pretendere da questo governo che ascolti un premio Nobel all’Economia. E che salti di gioia di fronte alla rivoluzione del salario minimo, visto lo sprezzo reiterato verso i più fragili. La stragrande maggioranza dei paesi europei il salario minimo lo ha, e quasi tutti ne hanno tratto beneficio. Ma ai patrioti della domenica di questo governo non interessa che gli italiani guadagnino un po’ di più”.

Reddito di cittadinanza. Il governo accusa le opposizioni di soffiare sul fuoco ed esclude una bomba sociale. Quale la sua opinione in merito?
“Sul Reddito le chiacchiere stanno a zero. È stato smantellato dalla Meloni senza fornire uno straccio di alternativa. I corsi annunciati dalla Calderone per consentire agli occupabili di trovare un lavoro sono per ora pura fantasia. Abbiamo 240 mila famiglie senza protezione sociale che sono ripiombate in uno stato di grave indigenza. Però la Meloni è orgogliosissima di aver demolito il Reddito. Una Robin Hood al contrario, non c’è che dire”.

I cinque operai che hanno perso la vita nella tragedia di Brandizzo ci ricordano che in Italia si continua a morire sui posti di lavoro. Di chi le responsabilità? Cosa fare per interrompere questa strage?
“Le responsabilità le accerteranno i magistrati. Mi limito a dire che dall’inizio dell’anno in Italia sono morti sul lavoro 80 cittadini al mese. Una carneficina insopportabile. Il M5S da anni promuove l’istituzione di una Procura Nazionale del Lavoro e alla Meloni abbiamo chiesto di individuare meccanismi di sostegno alle imprese per accrescere gli investimenti in sicurezza, specialmente nei settori più a rischio. Richiesta rimasta lettera morta, naturalmente. Sottolineo che l’Inail in audizione ha specificato che con il vituperato Superbonus gli incidenti sui cantieri sono diminuiti. Giusto per onor di cronaca”.