Le Lettere

Sanzioni: facciamo due conti

Mi sono addormentato l’anno scorso leggendo l’intervista in cui Enrico Letta diceva che in pochi giorni l’economia russa sarebbe andata in default. Mi sono svegliato solo adesso. Che è successo?
Manlio Defilippi
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Gentile lettore, apprezzo il suo umorismo. Quell’intervista è una delle pagine più esilaranti nel libro delle comiche di Letta, il mago Otelma della politica. Disse: “Le sanzioni sono durissime e in qualche giorno porteranno la Russia al collasso. Gli effetti stanno arrivando”. Era il 5 marzo 2022 e gli effetti sono arrivati, però sull’economia europea. Nel 2022 l’Ue ha contratto il suo Pil del 2,5%, la strasanzionata Russia del 2,1%. L’inflazione nell’Ue è all’8,6% (in Polonia al 18,4%), in Russia al 4%. Il rublo in un anno ha segnato il maggiore incremento storico di una moneta, tanto che la Banca centrale russa è intervenuta per temperarne la crescita. Per il 2023 il Fmi, che in genere sottostima la Russia, prevede una crescita dello 0,3%, quasi come l’Italia (0,6), meglio della Germania (0,1) e molto meglio dell’Uk (-0,6). Nel 2022 la Russia è stato il decimo esportatore mondiale, con aumento dell’export di 591 miliardi di dollari. Prima era il dodicesimo. Le banche occidentali (Silicon Valley, Credit Suisse, Deutsche Bank) sono nella bufera: al contrario le banche russe, ultrasanzionate, non fanno una piega. Gas: l’Europa paga prezzi al quadruplo di un anno fa, mentre la Russia ha ricollocato sui mercati asiatici e africani le quantità che non vende più in Occidente. E infine, caro lettore, mentre lei dormiva, Letta è stato insignito del premio Faraone Tutankamon: chi lo ascolta, muore.

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