Gol, corner, ammonizioni & C. ormai si punta su tutto. Un assist ai registi delle truffe

Scandalo scommesse. Gol, corner, ammonizioni & C. ormai si punta su tutto. Un assist ai registi delle truffe

Gol, corner, ammonizioni & C. ormai si punta su tutto. Un assist ai registi delle truffe

I calciatori che scommettono anche sulle proprie partite (e anche sulle proprie performance in campo), è il più classico dei segreti di Pulcinella. Non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per giornalisti e commentatori. Un fenomeno noto da molti anni, che però il “sistema” è sempre riuscito a tenere nascosto. Troppi gli interessi “in campo” per permettere che sul giocattolo calcio aleggino “sospetti”.

Anche perché il sistema calcio vale in Italia 3,4 miliardi di euro (dato della Federcalcio riferito alla stagione sportiva 2021-2022), conta 28 milioni di praticanti, 1,4 milioni di tesserati e ogni anno in Italia si giocano 570.000 incontri ufficiali, il 6,4% a livello giovanile.

Game fixing

Un universo gigantesco, quindi. Che deve essere esente da ogni sospetto. E un caso come quello del giovane Niccolò Fagioli, reo confesso di “ludopatia”, di sospetti ne genera (o dovrebbe generarne) a non finire. Se le accuse fossero dimostrate e venisse confermato che, come ha affermato Fabrizio Corona alcune settimane fa, il giovane giocatore della Juventus ha un debito di oltre un milione di euro a causa del gioco d’azzardo, ci si potrebbe chiedere per esempio da quanto tempo Fagioli scommettesse.

È una ludopatia appena insorta? Oppure risale indietro nel tempo? E se risale ai primi anni di carriera nelle giovanili, ha avuto qualche effetto sulle sue prestazioni sportive? Domande lecite, perché – e ribadiamo che siamo nel mondo delle ipotesi – se fosse dimostrato che la maggior parte delle sue scommesse avveniva su piattaforme esterne al circuito legale dei monopoli, spesso gestite da organizzazioni criminali come la ‘Ndrangheta, ci si potrebbe chiedere se il giocatore non si è reso ricattabile dai suoi creditori.

Perché il calciatore, quando si indebita, fa il primo passo verso quello che in gergo è chiamato il game fixing, cioè la manipolazione dei risultati di eventi sportivi. Del resto, il profilo del ludopatico è perfettamente aderente a quello del giocatore di calcio di serie A: chi ama scommettere è una persona che ha tanto tempo a disposizione, che ama le sfide e l’adrenalina, che ha tanto contante in mano… È poi indiscutibile che sia lo stesso sistema del gioco d’azzardo per com’è strutturato che oggi permette di scommettere su tutto e tutti a fornire gli strumenti per eventuali truffe. Lo scommettitore può infatti puntare sul numero dei gol fatti in un tempo, su quello dei calci d’angolo, fino al numero delle ammonizioni/espulsioni comminate durante il match.

Reti criminali

Così, se un ipotetico calciatore indebitato con dei gruppi criminali ha bisogno di soldi, potrebbe decidere di far piazzare da un prestanome una scommessa sul fatto che nella partita del giorno dopo sarà ammonito o espulso. Magari nel secondo tempo. Magari negli ultimi minuti del match (tutte variabili che fanno lievitare le quote e quindi le vincite). E oltre al prestanome, a scommettere potrebbero essere gli stessi gruppi criminali creditori nei confronti del giocatore. Un fenomeno riscontrato ciclicamente in quelle (pochissime) indagini che le procure italiane hanno aperto sul giro delle scommesse illegali, fascicoli spesso portati avanti dalla Dda, cioè dai magistrati che si occupano di reati mafiosi.

Dove c’erano partite truccate, c’erano calciatori indebitati. “Le partite truccate per motivi legati alle scommesse sono un’attività criminale molto presente. Il calcio rimane lo sport più preso di mira dalle reti criminali internazionali in Europa, con particolare attenzione alle competizioni di livello inferiore e ai club giovanili”, si legge nel report The other side of the coin: an analysis of financial and economic crime in the EU elaborato da Europol nel settembre scorso.

“Le reti criminali utilizzano un’ampia rete di collegamenti per facilitare i contatti con giocatori, agenti, procuratori e funzionari di club in Europa e non solo. Si dedicano agli eventi sportivi in tutto il mondo, a volte a più eventi che si verificano contemporaneamente, e alle attività di scommesse sia online che offline. Le reti criminali molto spesso collaborano con contatti in Asia per piazzare scommesse”, aggiungono i poliziotti europei. Insomma che il sistema calcio (non solo italiano) sia permeabile a possibili manipolazioni è un dato assodato, conosciuto, ma non divulgato.

Scheggia impazzita

Nessuno ha mai fatto nulla di sostanziale per prevenire gli illeciti. Certo, c’è chi si occupa di integrity sul calcio (cioè di monitorare flussi di scommesse “sospetti”), ma raramente si è arrivati a risultati concreti. Basti pensare che solo nel 2022 sono state registrate in Italia oltre 1.100 segnalazioni di match fixing riguardanti il solo calcio (dati del Centro Studi Figc). Ma i provvedimenti presi sono stati pochissimi.

E quei pochi, sono passati sotto silenzio. Perché il sistema di coperture ha funzionato perfettamente. Fino a oggi. Fino a quando, cioè, si è inserita una variabile esterna al sistema: Fabrizio Corona. Che ha ribaltato il tavolo. Se per i giornali e i media il ricatto era stato: se voi date notizie di giocatori col vizio del gioco, noi interromperemo ogni rapporto, per Corona più l’attenzione è alta, più la notizia è “forte”, meglio è. E, inoltre, Corona è uno che il suo lavoro lo sa fare bene. Insomma, il peggior megafono possibile per chi nel silenzio del “sistema” sguazza da anni.