Lupi sbranato, Renzi rafforzato. Scaricato anche dal suo partito, il ministro si dimette. Era un’anatra zoppa

Alla fine Maurizio Lupi ha gettato la spugna. “Domani alla conclusione dell’informativa alla Camera rassegnerò le mie dimissioni “, ha spiegato ieri sera Lupi a Porta a Porta. Il ministro ha spiegato di aver avuto questa mattina (ieri mattina) un lungo colloquio a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, e di aver informato della sua decisione il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Credo che forse un mio gesto – che non vuol dire ritirarmi alla politica, perché non c’é bisogno di una poltrona per fare politica – questa mia decisione rafforzerà l’azione del governo”.

Chi esce rafforzato dalle dimissioni del ministro Lupi è senza dubbio il premier Matteo Renzi. Ne esce a pezzi Ncd che, però, si è dovuta adeguare alle pressioni del premier e del Partito democratico per non uscire completamente dal radar. Salgono le quote di Raffaele Cantone per il dopo Lupi ai Trasporti. Mentre a Ncd potrebbe essere dato il contentino del ministero degli Affari regionali lasciato vuoto dalle dimissioni di Maria Carmela Lanzetta due mesi fa. E che ora torna buono per rendere meno amara la debacle di Alfano e compagni causata da questo scivolone. E il ministro in quota Ncd potrebbe essere Gaetano Quagliariello.