Schengen a singhiozzo: anche l’Italia verso il ripristino dei controlli al confine sloveno

Schengen a singhiozzo: anche l’Italia verso il ripristino dei controlli al confine sloveno

Il trattato di Schengen scricchiola sotto il peso delle migliaia di migranti in arrivo in Europa. Seguendo l’esempio di Svezia e Danimarca, che hanno ripristinato la frontiera tra i due Paesi, anche l’Italia sembra intenzionata a reintrodurre i controlli al confine con la Slovenia, considerato uno degli ‘hot corner’ dell’ormai inarrestabile flusso migratorio dall’Africa e dal Medio Oriente.

Il timore crescente di Roma è che la decisione presa dai Paesi del Nord Europa possa generare un ‘effetto domino’ in grado di aumentare in maniera critica le pressioni sul confine italiano, trasformandolo di fatto nell’unica valvola di sfogo utilizzabile dalle migliaia di migranti in arrivo da Est.

Ormai sono in tutto sei i Paesi dell’area Schengen che hanno reintrodotto i controlli alle proprie frontiere: oltre a Svezia e Danimarca, nelle scorse settimane analoghe decisioni erano state prese dalla Norvegia – che non fa parte dell’UE ma dello spazio Schengen – dalla Germania e dalle confinanti Austria e Francia.

I dati forniti dagli organi di controllo alla frontiera con la Slovenia – e confermati dal Viminale – parlano di un numero che oscilla tra i 300 e i 400 accessi a settimana, ma tanto è bastato per destare allarme nell’Esecutivo. La direzione Immigrazione della polizia a questo scopo avrebbe già predisposto un piano di intervento di emergenza ora all’esame del ministro Angelino Alfano.

Il progetto prevede il ripristino dei controlli ai valichi di frontiera terrestri e ferroviari con la Slovenia, lasciando invece libera la circolazione per quanto riguarda il traffico aereo. “Una misura straordinaria – chiariscono dal Viminale – ma che diventerà operativa qualora dovessero aumentare gli ingressi e soprattutto continuare a mancare quel clima di collaborazione che era stato invece promesso nel corso dell’estate”.

Tutta la querelle ha messo a nudo i limiti di un sistema mai pienamente accettato da tutti gli attori europei, compreso chi formalmente non vi ha mai aderito pienamente, pur condividendone alcuni aspetti fondamentali – come la Norvegia e la Gran Bretagna.

Quest’ultima, infatti, non ha mai nascosto posizioni più rigide riguardo al tema dell’immigrazione, come dimostrato dalle dichiarazioni del Ministro dell’Interno, Theresa May, secondo cui Schengen sarebbe addirittura la diretta “responsabile della morte di centinaia di migranti che scappano dalla Siria per finire nelle grinfie dei trafficanti di esseri umani”. A questo punto risulta legittimo chiedersi se in Europa esista realmente una politica comune di accoglienza.

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