Sciacalli dell’epidemia dietro le minacce e le pressioni al vice ministro. Miravano ai fondi dell’emergenza ma Sileri non cede e finisce sotto scorta

Pierpaolo Sileri, viceministro pentastellato per la Salute, è sotto scorta perché avrebbe subito minacce dopo un tentativo di corruzione riguardo la destinazione dei fondi pubblici per la lotta all’epidemia. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta al momento contro ignoti, ma trapela che sarebbe coinvolto anche un alto dirigente sanitario. Sileri anche in passato ha tenuto la schiena ritta come quando il rettore della sua Università era stato rinviato a giudizio con l’accusa di istigazione alla corruzione nei suoi confronti. Un fatto molto grave che materializza quanto già si era previsto e cioè che il virus produce un movimento di denaro pubblico ingente che piace a molti, basti pensare alle truffe sulle mascherine.

Il crimine cambia e si adatta a quello che accade. Nuovi “modelli” di business illecito, se così si può dire, avanzano e si concretizzano sulle paure e i bisogni della gente. Ma questa volta il bersaglio è in alto, addirittura un viceministro della Salute, cioè di quel ministero che improvvisamente è divenuto assolutamente strategico in tutto il mondo. La storia di Sileri mostra il suo impegno contro l’illegalità come nella già citata vicenda universitaria dove rifiutò l’offerta della nomina a professore associato e ordinario per recedere alle sue contestazioni su chiamate dirette, insieme al suo collega il ricercatore Giuliano Gruner. In ogni caso questa vicenda deve farci riflettere e approntare le giuste contromisure.

Se il crimine ha fiutato il mare di miliardi che hanno cominciato a scorrere, occorre che lo Stato, visto proprio il periodo in cui ci troviamo, si faccia trovare non pronto, ma prontissimo per stroncare sul nascere episodi che hanno anche la connotazione dello sciacallaggio. Occorre dare un segnale forte dal punto di vista giudiziario proprio in questo periodo in cui ricordiamo il sacrificio di magistrati come Falcone e Borsellino. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri non ha mancato di far pervenire al collega del movimento il suo messaggio: “massima vicinanza al viceministro Sileri per le minacce ricevute. Pierpaolo oltre a essere un grande professionista è anche una persona corretta, genuina, con la schiena dritta. Avanti così, siamo tutti con te, hai il nostro sostegno. Non ci facciamo intimidire da nessuno”.

SOLIDARIETA’. Come del resto ha fatto il presidente della commissione antimafia Nicola Morra: “Pier Paolo Sileri è stato oggetto di minacce per cui è da qualche giorno sotto tutela. Fare il proprio dovere spesso significa esporsi a rischi di ritorsione. Ma Sileri è uno che difficilmente si intimorisce”. E così i capigruppo M5S alla Camera e al Senato, Davide Crippa e Gianluca Perilli: “Siamo vicini al nostro viceministro. Si è speso come pochi per far fronte a questa emergenza e lo invitiamo a non demordere. Il suo lavoro è prezioso, per il Movimento 5 stelle, per il ministero della Salute e per tutti i cittadini”. E così ha commentato in maniera un po’ criptica, ma significativa lo stesso Sileri: “Più si sale in vetta, più tira il vento. Il nostro dovere è dare il massimo”. Nei prossimi giorni – dopo l’apertura dell’inchiesta – si saprà probabilmente di più su questa vicenda, ma resta comunque un fatto gravissimo che un viceministro della Repubblica sia nel mirino di quelli che fanno i soldi sulle emergenze e ci viene in mente anche la ricostruzione del dopo terremoto e tanti altri fatti simili di cui è costellata la storia dell’Italia.