Scieri fu aggredito e ucciso in caserma a Pisa. Dopo 21 anni la verità sul giovane parà. La svolta grazie al lavoro della Commissione d’inchiesta

Il giovane allievo parà Emanuele Scieri è stato picchiato da tre caporali dopo essere stato sorpreso a telefonare di notte in caserma, costretto ad arrampicarsi sulla torre usata per il ripiegamento dei paracadute, fatto precipitare e lasciato agonizzante a terra, senza soccorsi, condannandolo così a morte. Quanto accaduto il 13 agosto 1999 nella caserma “Gamerra” di Pisa è stato qualcosa di ben più grave di un atto di nonnismo. Si è trattato di omicidio. E con tale accusa la Procura generale militare di Roma ha indagato tre militari, di cui si prepara a chiedere il rinvio a giudizio.

IL DRAMMA. Il corpo del 26enne di Siracusa venne trovato all’interno del Centro addestramento paracadutisti toscano soltanto a tre giorni di distanza dal dramma. Per gli inquirenti, tra le 22.30 e le 23.45 del 13 agosto 1999, il giovane venne fermato dai commilitoni Andrea Antico, 41 anni, originario di Casarano, in provincia di Lecce, e oggi in servizio presso il 7° Reggimento Aves di Rimini, Alessandro Panella, 41 anni, residente a San Diego, in California, ma domiciliato a Cerveteri, in provincia di Roma, e Luigi Zabara, 43 anni, nato in Belgio e residente a Castro dei Volsci, in provincia di Frosinone. I tre, dopo aver detto al 26enne che era vietato telefonare, lo avrebbero costretto a “effettuare numerose flessioni sulle braccia”, colpendolo con pugni sulla schiena e schiacciandogli le dita delle mani con gli anfibi, e poi lo avrebbero obbligato ad arrampicarsi sulla scala di sicurezza della vicina torre di prosciugamento dei paracadute, dalla parte esterna, “con le scarpe slacciate e con la sola forza delle braccia”.

Scieri sarebbe stato quindi seguito dal caporale Panella che, per fargli perdere la presa, lo avrebbe colpito dall’interno della scala e, mentre il commilitone cercava di poggiare il piede su uno degli anelli di salita, gli avrebbe sferrato violentemente un colpo, facendogli perdeva la presa e facendolo precipitare al suolo da un’altezza di circa 5 metri. Per gli investigatori, seppure ferito gravemente, l’allievo parà si sarebbe potuto salvare se soccorso subito, ma i commilitoni “lo abbandonavano sul posto agonizzante”. I tre ex caporali, indagati per omicidio anche dalla Procura della Repubblica di Pisa, che nell’agosto 2018 ha ottenuto i domiciliari per Panella, sono stati così ora indagati dalla Procura militare con l’accusa di concorso in violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato e per loro si profila la richiesta di rinvio a giudizio.

Indagato infine, per false dichiarazioni al pm, anche il generale Enrico Celentano, all’epoca comandante della Folgore. La svolta nell’inchiesta è arrivata dopo due archiviazioni, sia da parte della Procura ordinaria che da parte di quella militare, nel 2001 e nel 2004, con le indagini riaperte solo su richiesta della Commissione parlamentare di inchiesta che per due anni, tra la fine del 2015 e la fine del 2017, ha indagato sul dramma. Una verità attesa da 21 anni.