Sciopero dei taxi 5 e 6 luglio 2022, la conferma dei sindacati: possibili disagi e motivi della protesta

Sciopero dei taxi del 5 e del 6 luglio 2022: arriva la conferma dei sindacati. Previsto anche un corteo di tassisti a Roma.

Lo sciopero dei taxi del 5 e del 6 luglio 2022 è stato confermato dai sindacati, determinati a protestare contro l’articolo 10 del decreto Concorrenza.

Sciopero dei taxi 5 e 6 luglio 2022, la conferma dei sindacati e il corteo a Roma

I sindacati hanno confermato lo sciopero dei taxi indetto nelle giornate del 5 e del 6 luglio 2022 per protestare contro il decreto Concorrenza. L’agitazione nel settore si protrae da oltre una settimana e ha spinto i sindacati a promuovere un nuovo stop di 48 ore. Non è escluso, tuttavia, che la protesta possa andare avanti anche nei giorni successivi al 5-6 luglio.

Nella giornata di martedì 5 luglio, in concomitanza con lo sciopero di 48 ore, i tassisti scenderanno in piazza a Roma. Intanto, lunedì 4 luglio, la viceministra delle Infrastrutture e Trasporti, Teresa Bellanova, ha convocato i sindacati per una nuova riunione al fine di giungere a una mediazione. Secondo quanto riferito da fonti parlamentari, il dialogo sul ddl Concorrenza tra il Governo e la maggioranza riprenderanno il prossimo martedì 5 luglio.

La richiesta dei tassisti riguarda l’articolo 10 del ddl Concorrenza. Il settore, sostenuto dalla Lega, vuole che l’art. 10 venga eliminato dal provvedimento in quanto prevede “un adeguamento dell’offerta di servizi alle forme di mobilità che si svolgono mediante l’uso di applicazioni, una riduzione degli adempimenti amministrativi a carico degli esercenti degli autoservizi pubblici non di linea e razionalizzazione della normativa alle tariffe e ai sistemi di turnazione, e una promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati”.

Possibili disagi e motivi della protesta

In merito allo sciopero dei taci del 5 e del 6 luglio 2022, è intervenuto Claudio Bontempi di CNA Piemonte che ha dichiarato: “Siamo contrari a una riforma del settore che si basi solo su logiche economiche che nulla hanno a che fare con il servizio pubblico erogato, consegnando la gestione del settore a intermediari e relegando la funzione del tassista a quella di un fattorino su quattro ruote, sfruttato e senza diritti ma con tutti i rischi che sono a carico di un imprenditore – e ha aggiunto –. Il provvedimento ha come unico obiettivo consentire a piattaforme multinazionali di monopolizzare la domanda con una intermediazione sregolata, che verosimilmente costringerà i vettori ad accettare condizioni di erogazione del servizio in contrasto con la tutela del lavoro e lo sviluppo dell’artigianato, eludendo il principio di competenza esclusiva e sussidiaria delle Regioni e minando la responsabilità sociale a cui deve tendere la libera iniziativa privata”.