Scontro sullo sciopero generale, il Governo ci casca e cede ai sindacati. Ora anche i ferrovieri ballano con Lupi. Cgil, Uil, Ugl: adesione al 70%. Dicono loro

No, non sarà il solito sciopero generale. Di quelli tarati dal sindaco sul governo, con l’obiettivo di dare la spallata all’esecutivo in carica. Perché le dinamiche in campo sono diverse.  Da una parte ci sono le organizzazioni dei lavoratori, almeno quelle che hanno indetto l’agitazione, che mirano ad una legittimazione politica messa in discussione da Palazzo Chigi. Dall’altra c’è un governo che vuole cambiare l’ordine dei fattori mettendo l’azione dell’esecutivo al centro di tutto, relegando in secondo piano tutti gli attori della cosiddetta stagione  della concertazione. E proprio perché questa è la cornice entro la quale si muove lo sciopero generale di oggi in modo del tutto irrituale Matteo Renzi manda un saluto ai sindacati, dopo aver messo in campo l’ennesima prova di forza. “Speriamo che possano risolversi le polemiche di questi giorni tra il ministero delle infrastrutture e la leader della Cgil. C’è un diritto alla  sciopero che deve essere assolutamente garantito”,  afferma il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Il premier ha ribadito di avere “profondo rispetto per i sindacati, anche se sullo sciopero non la pensiamo come loro. Cambieremo il paese anche per loro. In bocca al lupo a chi fa sciopero”,  ha aggiunto l’inquilino di Palazzo Chigi, “ma noi lavoreremo”. Un passaggio, quest’ultimo,  volutamente provocatorio, teso a marcare la distanza dai sindacati e da coloro che saranno in piazza. Insomma, il governo sta con le imprese e chi lavora.  A ribadire le ragioni dello sciopero generale di Cgil e Uil , che si svolgerà al grido di “Così non va!”, in quest’oggi, è una nota congiunta dei sindacati. La giornata prevede l’astensione dal lavoro per otto ore, accompagnata da oltre 50 manifestazioni lungo tutto il Paese. “No alla rassegnazione, no al continuo degrado dei lavoratori e del paese. In alto la bandiera del lavoro, del lavoro di qualità, nel pieno dei suoi diritti e delle sue tutele”, sono i temi della giornata. L’obiettivo  è  chiedere  “’a governo e Parlamento di cambiare in meglio la legge sul lavoro e la legge di stabilità, rimettendo al centro il lavoro, le politiche industriali e dei settori produttivi fortemente in crisi, la difesa e il rilancio dei settori pubblici e la creazione di nuova e buona occupazione”. Alla fine anche il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi ha deciso di non precettare più i dipendenti delle Ferrovie dello Stato, per garantire il diritto di sciopero. Un’azione contro la quale i leader di Cgil e Uil, Susanna Camusso e Carmelo Barbagallo, avevano minacciato il ricorso alle massime cariche istituzionali.  Il governo alla fine ha ceduto ai sindacati. Lupi ha provato a cavarsela spiegando che “Di fronte alla segnalazione dell’Autorità garante degli scioperi che richiamava ‘il fondato pericolo di un pregiudizio grave e imminente ai diritti della persona costituzionalmente tutelati”. E siccome il governo ha deciso di alzare il livello dello scontro la Camusso ha pensato bene di fare altrettanto. “Dopo l’indignazione vorremmo sentire dire dal governo che cambierà il regolamento degli appalti perché ad ogni grande appalto salta fuori uno scandalo. Occorre trasparenza, garantendo la sicurezza dei lavoratori, e dell’ambiente”, afferma la Camussi. E siccome allo sciopero hanno deciso di aderire anche i dipendenti della Rai, ma non i giornalisti, la tv di Stato dovrà rivedere la propria programmazione.  Di sicuro salta il concerto inaugurale della Stagione Sinfonica del Teatro La Fenice di Venezia.