Scontro 5 Stelle-Difesa sui Tornado in Iraq

di Alessandro Righi

Cosa andranno a fare quattro Tornado in Iraq? Questo è il nodo da sciogliere perché se da una parte dal ministero della Difesa assicurano che parteciperanno soltanto alle attività di ricognizione, dall’altra occorre sottolineare che non si tratta di aerei finalizzati a tali attività. Quindi siamo in guerra oppure no? La domanda se la sono posta i deputati del Movimento 5 Stelle della Commissione Difesa: “Premesso che riteniamo francamente sorprendente l’accortezza con cui gli alti poteri militari facciano scudo intorno al ministro Roberta Pinotti in vista della sua presunta corsa al Quirinale, ricordiamo al ministro, ma anche al collega Latorre, che i Tornado non son certo aerei progettati per la ricognizione, attività peraltro spesso propedeutica per integrare nuovi assetti d’attacco in una operazione internazionale già piuttosto complessa”, sottolineano i pentastellati che rilanciano “Il M5S e tanto meno il Parlamento, mai, in alcuna circostanza, hanno dato il loro placet ad una tale operazione. La richiesta di riferire in aula al ministro è del tutto legittima, considerando lo scenario attuale che ha visto, ad esempio, il Regno Unito avviare inizialmente delle ricognizioni per poi passare ad una serie di bombardamenti. Crediamo che prevenire sia meglio che curare, per questo chiediamo al ministro Pinotti di rompere il silenzio e riferire quanto prima in Parlamento, e dettagliatamente, sulle regole di ingaggio attribuite ai nostri Tornado in Iraq”. L’eventuale impiego dei Tornado nella guerra al Califfato avrebbe anche il costo di almeno un milione di euro a settimana. In ogni caso finora il Parlamento ha approvato soltanto la fornitura di armi ai combattenti curdi.