Scontro Camusso-Renzi sul modello Thatcher

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di Sergio Patti

Regalate un biglietto per l’Inghilterra (magari di sola andata) a Susanna Camusso. La signora del sindacalismo italiano ha infatti le idee confuse su cosè oggi la Gran Bretagna e su quanto è avanti nello spirito, prima ancora che nell’economia, rispetto all’Italia dell’articolo 18, della triplice confederale e del record storico di disoccupazione al quale ci hanno accompagnato decenni di consociativismo tra la politica e la trimurti Cgil, Cisl e Uil. “Mi sembra – ha detto ieri la Camusso – che il presidente del Consiglio abbia un pò troppo in mente il modello della Thatcher”. La conseguenza di quel modello negli ultimi venti anni, ha aggiunto, “è precariato e non competitività. Un modello fatto di divisioni”. Capito? È evidente che il segretario della Cgil ha le idee confuse. Oppure i 500 mila italiani che sono scappati dal nostro Paese per vivere tra Londra e ditorni sono matti. Avevano qui il Paradiso e sono andati nell’inferno di cui parla il segretario della Cgil. Che strano!

SI ACCELERA
Lo scontro tra governo, parte del Pd e i sindacati ieri era ripreso di buon mattino. A dare la sveglia era stato il responsabile Economia dello stesso partito del premier, Filippo Taddei, che nella Telefonata di Maurizio Belpietro su Canale 5 aveva detto che: “Il governo non punta ad un decreto con le nuove norme sul mercato del lavoro entro l’8 ottobre, bensì all’approvazione della legge delega da parte del Senato entro quella data, cosa che rappresenterebbe un segnale all’Ue”. Immediata la reazione della Cgil. Non c’è l’annuncio ufficiale, ma lo sciopero generale è ormai nell’aria. Ovviamente per sciopero generale si intende lo sciopero di tutti quei garantiti (sempre meno) che il sindacato riesce a mobilitare. “Non capisco – ha aggiunto la Camusso – perché uno sciopero generale sarebbe un rischio. È una delle forme di mobilitazione possibili del sindacato”. E ha concluso: “Non stiamo difendendo noi stessi: chi vorrebbe cancellare l’articolo 18 sta cancellando la libertà dei lavoratori”. Vabbè.

LA FIOM ALZA IL TIRO
Per essere sempre prima nel protestare, a scanso di equivoci la Fiom (i metalmeccanici della Cgil) ha deciso di anticipare la manifestazione nazionale di una settimana, dal 25 al 18 ottobre, sempre di sabato. Le modalità della mobilitazione, che si svolgerà a Roma, verranno definite a breve. Il segretario Maurizio Landini è tornato a criticare la riforma del lavoro di Renzi: “Il contratto a tutele progressive è una presa in giro se alla fine le tutele vengono cancellate”. E ha aggiunto: “Sull’art. 18 Renzi deve dimostrare quanto è figo all’Europa. Forse qualcuno gli ha fatto credere che in cambio può sforare dello 0,1 o 0,3%, e Draghi gli darà qualcosa”. Dal sindacato al Pd, dopo la presa di posizione dell’ex segretario Pier Luigi Bersani, che ha parlato di “intenzioni surreali” del governo, ieri Matteo Orfini ha usato toni più concilianti. La spaccatura però resta profonda.