Scontro sul Bilancio europeo. Mattarella va in pressing sull’Ue. Lite Consiglio-Europarlamento sui fondi 2021-2027. E adesso rischia di slittare pure il Recovery Fund

È ancora una volta il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a intervenire fermamente in difesa degli interessi italiani in sede Ue. “All’Italia serve solidarietà, non ostacoli”, era stato il monito all’indirizzo della Bce quando nel marzo scorso, sottovalutando gli effetti nefasti del coronavirus sull’intera economia europea Christine Lagarde aveva inizialmente deciso di non intervenire con un ribasso dei tassi, facendo così sprofondare i mercati nella depressione, con la borsa di Milano che lasciò sul terreno il 16,92%, il peggior risultato della sua storia. Stavolta l’occasione è l’interruzione dei negoziati tra Parlamento europeo, Commissione e Consiglio Ue per trovare un accordo sul prossimo bilancio pluriennale 2021-2027, a cui sono ancorati i fondi del Next generation Eu, il piano dell’Unione per la ripresa che, ricordiamolo, per l’Italia ammontano ai 209 miliardi stanziati attraverso il Recovery Fund.

Accordo che va trovato al più tardi nella seconda metà di ottobre. “L’andamento dell’emergenza sanitaria causata dal Covid richiede all’Unione Europea la massima tempestività nella messa in campo di tutte le misure necessarie. Per questo mi auguro che siano presto superati i tentativi di rallentamento”, ha tenuto a sottolineare Mattarella, Giovedì sera, al termine del settimo ciclo di negoziati risultato infruttuoso, i negoziatori dell’Europarlamento hanno respinto l’ultima proposta avanzata dal Consiglio, la cui presidenza di turno è affidata alla Germania, per poi sospendere poche ore più tardi le trattative, almeno fino a quando Berlino non avrà messo sul piatto una nuova offerta ritenuta “valida”: i negoziati sono bloccati sul cosiddetto “tetto” economico del bilancio, ovvero la possibilità di espandere ulteriormente la quota totale prevista. In sostanza, il Parlamento chiede più risorse nel Bilancio (nelle conclusioni del vertice pari a 1.074 miliardi di euro per sette anni sui finanziamenti) e la possibilità di alzare i massimali del Qfp (Quadro finanziario pluriennale) per finanziare 15 programmi strategici che definisce “programmi faro” dell’Ue (in origine erano 40, poi ridimensionati). Su entrambi i temi l’emiciclo chiede più sforzi dal Consiglio e della Commissione, specificando che “solo attraverso adeguati finanziamenti si potrà sostenere la crescita dell’economia in Europa nei prossimi sette anni”.

“Abbiamo già perso molto tempo – si legge nella nota emessa dal Parlamento – torneremo al tavolo quando il Consiglio si dimostrerà volenteroso nel trovare un accordo: deve portare una proposta che tenga in considerazione le nostre richieste”. Già la scorsa settimana, in apertura al vertice dei capi di Stato e di governo, il presidente del Parlamento David Sassoli aveva rivolto l’invito ai leader a “mettere sul tavolo nuove proposte” su cui lavorare nei pochi mesi che rimangono fino alla fine del 2020, quando si esaurirà l’attuale bilancio a lungo termine. è assolutamente necessario chiudere al più tardi nella seconda metà di ottobre, altrimenti i ritardi nell’erogazione dei fondi del Recovery saranno inevitabili.

Intanto l’Italia procede nei tempi stabiliti: La V commissione di Montecitorio, dovrebbe votare la versione definitiva della relazione sul piano nella tarda mattinata di lunedì affinché approdi in aula alla Camera nel pomeriggio di martedì mentre al Senato, invece, lunedì pomeriggio sarà presentata nelle commissioni Bilancio e Politiche Ue una proposta di parere, che terrà conto di condizioni e osservazioni pervenute dalle altre commissioni, e verrà messa ai voti. Le risoluzioni saranno esaminate e votate, anche nell’aula di palazzo Madama, nella giornata di martedì.