Scuola, permessi ad hoc per chi si vaccina. Romano (M5S): “Prevenire la diffusione del virus è di interesse pubblico, serve un trattamento differente”

"La vaccinazione persegue l’interesse pubblico di prevenire la diffusione del virus e, pertanto, esige un trattamento differente".

Scuola, permessi ad hoc per chi si vaccina. Romano (M5S): “Prevenire la diffusione del virus è di interesse pubblico, serve un trattamento differente”

Senatore Iunio Valerio Romano (M5S), lei ha presentato un’interrogazione sulla trattenuta “Brunetta” agli insegnanti che si vaccinano. Perché?
“Il personale scolastico che decide di vaccinarsi contro il Covid, è costretto a chiedere un permesso per motivi personali o ferie nel giorno previsto per l’inoculazione. Se poi fosse costretto ad assentarsi per malattia, a causa per esempio di possibili effetti collaterali del vaccino, subirebbe pure una decurtazione dello stipendio – la cosiddetta trattenuta Brunetta – per i primi 10 giorni di assenza. Lo trovo irragionevole: la vaccinazione contro il Covid persegue l’interesse pubblico di prevenire la diffusione del virus e, pertanto, esige un trattamento differente. Con l’interrogazione chiedo ai ministri competenti quali iniziative intendano adottare affinché tutto il personale della scuola sia vaccinato senza subire conseguenze negative dal punto di vista retributivo oltre che professionale. Andrebbe previsto un permesso ad hoc, che giustifichi l’assenza e che tuteli i diritti e interessi di questi lavoratori”.

La ministra Bonetti sostiene (a La Stampa) che lo smart working non è come avere l’orario d’ufficio traslato a casa… lasciando intendere che si può conciliare con la gestione dei figli, salvo poi chiarire…
“Spero si sia espressa male. Lo smart working non è lavoro di serie B. Anzi, si lavora di più in smart working che in presenza. Per questo va regolato, introducendo, ad esempio, il diritto alla disconnessione per arginare abusi anche da parte del datore di lavoro. Il lavoro agile è un’opportunità, nasce proprio per aiutare i lavoratori e le lavoratrici a conciliare meglio lavoro e famiglia. Dobbiamo investire su questa modalità di svolgimento delle prestazione”.

Si è deciso di chiudere anche materne e primarie. Era inevitabile?
“Credo che occorra attenersi alle indicazioni del Comitato tecnico scientifico: la priorità è ridurre i contagi da varianti. L’età media si è ridotta, si ammalano anche i bambini e i giovani. Deve prevalere il principio di precauzione, che va ancorato alle specificità locali, in base a una serie di elementi come la diffusione delle varianti in un’area piuttosto che in un’altra”.