Nuove tensioni tra Regioni e Governo su scuola e riaperture. Fedriga: “Cambiare un accordo siglato tra istituzioni crea un precedente molto grave”

Per il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, cambiare l'accordo sulla scuola "crea un precedente molto grave".

Nuove tensioni tra Regioni e Governo su scuola e riaperture. Fedriga: “Cambiare un accordo siglato tra istituzioni crea un precedente molto grave”

Scontro tra Governo e Regioni sul nuovo decreto riaperture e in particolare sul ritorno a scuola in presenza. Il governatore del Friuli e presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga, ha convocato la Conferenza in seduta straordinaria la per oggi alle 15.30 con all’ordine del giorno “le valutazioni sul Decreto Legge Covid – 19 approvato dal Consiglio dei Ministri il 21 aprile 2021” (qui le slides sui contenuti del decreto).

“L’aver cambiato in Consiglio dei ministri un accordo siglato dalla Conferenza delle Regioni con i Comuni tramite Anci e con le provincie tramite Upi” sulla presenza di studenti a scuola, ha detto Fedriga intervenendo a Radio KissKiss, è “un precedente molto grave” che ha “incrinato la reale collaborazione tra Stato e Regioni”. Il presidente della Conferenza delle Regioni sostiene che gli accordi si possono cambiare ma “riconvocando chi quegli accordi li ha presi”.

Fedriga ha dunque annunciato la convocazione per oggi di una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni spiegando che per rispettare una presenza a scuola di “un range da 60 al 100 per cento servirebbero dai 15mila ai 20 mila autobus in più”, dunque non si tratta di una “scelta politica ma di limiti fisici”, un fatto che “prescinde dalla sensibilità politica”. Aver cambiato “un accordo siglato tra le istituzioni crea un precedente molto grave, credo non sia mai avvenuto”, con un “problema politico istituzionale importante”.

“Il Decreto purtroppo ha avuto solo una modifica – ha detto, sempre a proposito del nodo scuola, anche il leader della Lega, Matteo Salvini -, quella che ha aumentato dal 60 al 70% la presenza in classe obbligatoria degli studenti. Il governo ha disatteso l’accordo raggiunto con gli enti locali, mettendo in difficoltà presidi, sindaci e studenti: migliaia di studenti ammassati sui mezzi pubblici non sono un problema e non corrono rischi, mentre due persone in palestra o al bar rappresentano un problema. Perché?”.