Scuola stop ai pensionamenti

Di Maurizio Grosso

Alla fine la figuraccia c’è tutta. Il ministro per la semplificazione, Marianna Madia, ha dovuto fare marcia indietro sui 4 mila pensionamenti nella scuola. La norma è stata cancellata per difetto di copertura. Ieri è arrivato il via libera della commissione affari costituzionali del Senato agli emendamenti del governo sul decreto legge sulla pubblica amministrazione. Sono così saltati lo sblocco per 4 mila pensionamenti nella scuola (quota 96) e la soglia di 68 anni per i pensionamenti d’ufficio di professori universitari e primari. Cancellato anche lo stop alle penalizzazioni per chi va in pensione a 62 anni. L’ok al provvedimento da parte di palazzo Madama è previsto oggi, con la scontata richiesta della fiducia da parte del governo. In commissione è stato approvato un ordine del giorno che chiede al governo di trovare una soluzione alla questione “quota 96” per i pensionamenti nella scuola. Si tratta di quei dipendenti rimasti intrappolati dopo la riforma di Elsa Fornero del 2012 e così chiamati perché lavoratori con 61 anni di età e 35 di contributi oppure 60 anni di età e 36 di contributi

Il dibattito
Nella mattinata di ieri il governo aveva annunciato la decisione di presentare “4 emendamenti soppressivi” proprio per cancellare le proposte. La “quota 96” era stata, infatti, oggetto delle ire del commissario alla spending review Carlo Cottarelli che lamentava l’impossibilità di tagliare le tasse (fine ultimo originario dei tagli alla spesa) se la politica avesse continuato a chiedere di dirottare risorse altrove. A fare cambiare idea al governo, però, sono stati soprattutto i rilievi della Ragioneria dello Stato che aveva evidenziato la norma tra quelle in difetto di copertura. Un emendamento del governo al dl pubblica amministrazione rivede anche i limiti d’età per il pensionamento d’ufficio, eliminando il tetto dei 68 anni inserito per professori universitari e medici. Restano, invece, le soglie previste per il resto dei dipendenti pubblici (62 anni e 65 per i medici). Lo scontro tra governo e Ragioneria dello Stato, però, si è allargato anche dal dl Competitività, al punto da sospendere sempre ieri i lavori della commissione Bilancio alla Camera che avrebbe dovuto fornire il parere al testo del decreto all’esame dell’Aula. Sarebbero infatti pervenuti dei dubbi della Ragioneria su un emendamento sul fotovoltaico.

Le proteste
Probabile che adesso il governo chieda la fiducia anche al Senato sul provvedimento, A confermarlo anche la stessa Madia, che ha spiegato: “Dobbiamo correre e, a questo punto, visto che la fiducia è stata messa alla camera, mi sembra ragionevole”. In Parlamento, però, si profila battaglia. Scontente anche le opposizioni, in particolare Sel: “Il Governo dei soli annunci ha colpito ancora. Per i lavoratori della scuola ‘quota 96’ si allontana di nuovo il sacrosanto diritto di andare in pensione”. Ma anche Forza Italia non è per nulla convinta: una decisione “vergognosa in cui vince la burocrazia”. Peculiare il fatto che i mugugni arrivino anche da una parte dei deputati del Partito Democratico. In sette chiedono al governo di ripensarci, anche loro parlando di vittoria dei freddi numeri della burocrazia sul buon senso. Per la Cgil, invece, “è gravissimo cancellare gli interventi sulle pensioni”.