Dalle scuole aperte d’estate alla chiusura anticipata. Via agli scrutini prima della fine delle lezioni: non era mai successo

Sulla scuola un altro impegno tradito da Draghi in tandem col ministro Patrizio Bianchi. L’epilogo peggiore dopo un anno di didattica a distanza.

Dalle scuole aperte d’estate alla chiusura anticipata. Via agli scrutini prima della fine delle lezioni: non era mai successo

Diciamocelo subito: a noi quel ministro dell’Istruzione che pasticciava con i congiuntivi nella prima intervista davanti al Parlamento non era proprio piaciuto e lo abbiamo anche scritto. Ed in effetti Patrizio Bianchi (nella foto) non è che abbia brillato molto finora, con una estenuante gimkana di provvedimenti che spesso si contraddicevano bellamente l’un con l’altro. Ma la goccia che ha fatto traboccare il classico vaso è stata la sua dichiarazione che non solo la scuola non sarebbe stata prolungata per tutta l’estate, come aveva invece solennemente dichiarato il premier Mario Draghi, ma bisognava pure sbrigarsi a finire gli scrutini in fretta e furia, cosa questa che i presidi e gli insegnanti, che ormai s’erano fatti i loro programmi, non hanno affatto gradito.

Questa la circolare ministeriale: “In ragione della perdurante emergenza pandemica, per l’anno scolastico 202d0-2021 i dirigenti preposti agli Uffici scolastici regionali sono autorizzati a prevedere la conclusione degli scrutini finali per le classi delle istituzioni scolastiche statali e paritarie del primo e secondo ciclo di istruzione entro il termine delle lezioni fissato dai calendari delle Regioni e delle Province autonome, fermo restando l’avvio degli stessi non prima del primo giugno”.

Sembra una innocua circolare ministeriale, ma non è così. Questa decisione stravolge prassi consolidate da decenni nella scuola. Intanto non era mai successo che gli scrutini si potessero fare prima della fine delle lezioni. Poi, così facendo, i dirigenti scolastici non nomineranno più i supplenti che di norma sostituiscono i docenti il cui contratto scade con la fine dell’anno scolastico ed infine gli studenti non potranno più godere del beneficio di farsi interrogare l’ultimo giorno, come loro diritto. Non passa neppure inosservato il fatto che così lo Stato risparmia pure sui contratti dei precari che così si troveranno senza questa fonte di guadagno, soprattutto quelli chiamati proprio per l’emergenza Covid.

Insomma, Draghi e Bianchi, con una botta sola riescono a scontentare tutti: presidi, docenti e studenti e non è cosa da tutti i giorni di fare un Bingo di questa portata. E come non ci può allora venire in mente il Draghi che nei suoi discorsi parlamentari di insegnamento declamava manco fosse Cicerone il ruolo fondante della Scuola nel nostro Paese e come si sarebbe dovuto valorizzarla e potenziarla. Infatti si è visto. Quasi tutto il tempo gli studenti lo hanno passato in Dad, dopo i grandi proclami di “dotti, medici e sapienti”, come cantava il grande Edoardo Bennato.

E adesso che un altro anno sta andando in fumo che cosa dirà Draghi e cosa dirà il suo ministro? Come si fa a motivare i giovani fiaccati dall’emergenza Covid e dall’innaturale didattica a distanza, quando ai proclami si sostituisce la realtà di un “liberi tutti”? È come se un arbitro improvvisamente fischiasse la fine della partita prima del previsto, prendendosi il pallone e fuggendo veloce negli spogliatoi lasciando basiti ed esterrefatti i giocatori.

Ma se questo Paese vuole avere un futuro deve avere una scuola seria e non politici che sparano parole in assoluta libertà a cui seguono fatti opposti a quanto dichiarato. È questo il benvenuto che vogliamo dare a chi sta entrando a far parte della società? Non è che questi politici provano un po’ di imbarazzo per questo comportamento? I ragazzi sono più intelligenti di quanto loro immaginano e poi, visto che pensano solo a questo, qualcuno vota già e molti lo faranno a breve…