Ha vinto con una maggioranza bulgara che ha ridato slancio al campo largo della Sardegna e rinsaldato la posizione della presidente regionale Alessandra Todde. È l’ormai ex deputato e neo-sindaco di Nuoro, Emiliano Fenu. Todde non ha esitato, alla proclamazione del vincitore, a definire “politico” il risultato delle urne che ha promosso Fenu quasi col 63% dei consensi, a conferma della tenuta dell’alleanza trainata da Pd e M5s. Con il Pd che si conferma primo partito col 18,9%, sopra il M5s, al 13,17%,. Terzo posto per la lista Uniti per Todde che ha raggiunto il 9%.
Buongiorno sindaco Fenu, oggi è una buona giornata…
“Non lo so, ho dormito solo tre ore e ancora non mi rendo conto… Siamo andati oltre ogni aspettativa!”.
Al di là delle sue doti, questa elezione è stata considerata un banco di prova per tutta la coalizione e per la governatrice Alessandra Todde, sotto attacco da settimane, dopo la sentenza del tribunale sulla decadenza…
“Era un banco di prova sotto tanti aspetti, tra i quali anche un rinnovo della fiducia alla Presidente e alla maggioranza che la sostiene. Però era un banco di prova anche per la politica locale, perché qui a Nuoro il centro-sinistra non era unito da un paio di decenni… C’è stato un appello all’unità, che prima è stato rivolto all’interno della coalizione e poi alla città. E la città ha risposto. E il messaggio chiaro che arriva dai nuoresi è un messaggio alla politica: ci dicono di mettere da parte le differenze, le divisioni, le convenienze di parte e pensare all’interesse della città. I cittadini ci vogliono uniti”.
Si aspettava una vittoria così netta, con questo margine?
“Ci speravo, anche se non l’ho mai confessato neanche a me stesso… Però c’era un bel clima, sebbene non mi sia voluto illudere fino alla fine, perché alcuni ancora parlavano di ballottaggio. Tuttavia il risultato è andato oltre quello che mi aspettassi, credo che ora siamo al 62,9%. È stata una bella soddisfazione, anche perché c’è stato un aumento dell’affluenza. È stato un bel banco di prova per il centrosinistra, quando si riesce a trovare un progetto unitario, non voglio parlare bene di me stesso, ma diciamo un candidato credibile e liste di consiglieri davvero forti, che ci hanno creduto, e quando il centrosinistra è unito, allora vince. È successo a Genova, ora a Nuoro, a Taranto”.
A Matera invece…
“Infatti. E non ci vuole molto per capire! Uniti si vince. Soprattutto nelle realtà locali”.
Il centrodestra sardo credeva nella possibile spallata. Evidentemente senza leggere la realtà sarda.
“Questo è stato un messaggio chiaro. Si pensava che l’ultima sentenza sul caso Todde potesse avere un effetto negativo, invece evidentemente i cittadini hanno un’idea differente”.
Quali sono stati i tre punti della sua piattaforma che hanno fatto la differenza?
“L’unità; il fatto che io mi sia imposto di parlare solo dei temi e del programma senza cadere in provocazioni; un programma innovativo che punta sulla partecipazione attiva dei cittadini alla vita amministrativa e che pensa che la città si debba preparare per accogliere un investimento internazionale in grado di cambiare il volto del territorio: l’Einstein Telescope”.
E il primo atto da sindaco quale sarà?
“Una ricognizione delle opere avviate dalle scorse consigliature ma non portate a termine. A partire dal completamento del campus universitario”.
Quindi lei e la città puntate sui giovani? Una bella sfida per una dele regioni italiane dove è più forte il fenomeno dell’emigrazione giovanile…
“A Nuoro c’è tanta voglia di rientrare, perché i ragazzi hanno capito che qui c’è una qualità di vita migliore rispetto alle grandi aree metropolitane, che all’apparenza sembrano più attrattive. Noi dobbiamo creare le condizioni affinché tornino e rimangano qui. E non sto parlando solo di lavoro, perché ormai si lavora anche a distanza. Si tratta di ricostruire le connessioni tra le persone”.