Se i soldi sono pubblici i consiglieri liguri non hanno il braccino corto. In 23 finiscono alla sbarra per le spese pazze. Anche il vice di Salvini, Edoardo Rixi

di Virginia Spinelli Giordano

Viaggi in montagna, pranzi a base di ostriche a Nizza e gite fuori porta. Queste ed altre le accuse per Edoardo Rixi, vicesegretario della Lega Nord e assessore regionale allo Sviluppo economico della regione Liguria, e Francesco Bruzzone, leghista anche lui e attuale presidente del Consiglio regionale. Nel corso dei due anni messi sotto indagine, l’elenco delle voci sospette comprende soggiorni a Courmayeur, Valle D’Aosta, e Limone, in Piemonte. Ma anche un agriturismo a Cogne e alberghi in città come Venezia e Pisa. Inoltre nel bilancio regionale sono apparsi anche 84 scontrini emesse in un ristorante a Savona, cene a Mondovì e pranzi a Ferragosto. Per non farsi mancare niente, i consiglieri hanno aggiunto alla lista delle spese anche i regali di Natale, come: agende, libri, grappe e bottiglie di spumante. Compere che vanno dalle modiche 100 euro fino a oltre 10mila euro.

Sono 23 gli imputati rinviati a giudizio dal giudice Roberta Bossi per le cosiddette “spese pazze” sostenute con i soldi della regione Liguria dal 2010 al 2012. I consiglieri sono accusati di presunte spese private effettuate con i soldi pubblici, spacciate per attività istituzionali. Le ipotesi di reato sono di peculato e falso.

A compromettere le accuse su Rixi e Bruzzone era stato il patteggiamento avvenuto a dicembre di uno dei leghisti Maurizio Torterolo, anche lui coinvolto nell’inchiesta. L’ex consigliere regionale, ammettendo le proprie colpe aveva fatto riferimento ai due compagni di partito impelagati con lui nell’ormai trito caso degli scontrini falsi. Durante la sua confessione Torterlo ha fatto riferimento ad alcune ricevute che un amico ristoratore raccoglieva sui tavoli dei clienti, e che lui stesso in seguito utilizzava per il rimborso alcune spese con denaro pubblico.

Subito dopo il rinvio al giudizio, Rixi ha voluto sdrammatizzare la situazione dichiarando con tono scherzoso: “Per cominciare il processo hanno scelto il giorno del mio compleanno, l’8 giugno. Mi dispiace che abbiano scelto proprio quel giorno”. Poi però sulla questione, l’imputato si è detto “Non sono sorpreso, non mi aspettavo nulla di diverso, in questo paese le cose vanno in questo modo. Non abbiamo fatto assolutamente nulla.” “Non mi volevo neppure candidare, mi sono trovato candidato presidente e tre giorni dopo l’annuncio stranamente è partita l’inchiesta” ha aggiunto Rixi.

Esonerato dalla vicenda Mario Amelotti, ex contabile del Pd. Mentre l’ex capogruppo democratico Nino Miceli deve giustificare ricevute di 38 mila euro. Il processo che avverrà quest’estate vedrà sul banco degli imputati anche tutti gli ex componenti dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale negli anni 2010-2012. Sul rinvio a giudizio di ex consiglieri, il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha risposto: “Sono certo che Rixi e Bruzzone dimostreranno di essere totalmente estranei ad ogni uso men che proprio di quei soldi.”

TUTTI I NOMI DEI RINVIATI A GIUDIZIO:   Michele Boffa, Antonino Miceli, Massimo Donzella (ex Udc) del Partito democratico. Gli ex consiglieri di Forza Italia Marco Melgrati, Luigi Morgillo e Matteo Rosso (ora in Fratelli d’Italia). I rappresentanti di Ncd Gino Garibaldi, Franco Rocca, Alessio Saso. I leghisti Francesco Bruzzone ed Edoardo Rixi. Gli esponenti dell’Udc Rosario Monteleone e Marco Limoncini. Alla sbarra anche i due consiglieri Ezio Chiesa e Armando Ezio Capurro, che sostenevano la lista del presidente Burlando, passati poi in Liguria Cambia. E ancora processo per Aldo Siri della Lista per Biasotti, gli ex Sel Matteo Rossi e Alessandro Benzi (passato poi al gruppo misto), l’ex Idv ed ex Sel, poi dimessosi, Stefano Quaini, le ex Forza Italia Raffaella Della Bianca e Roberta Gasco, la ex Idv Marilyn Fusco, e Giacomo Conti della Federazione della sinistra.