Secondo giro di consultazioni. Coro di Sì a Draghi dai micropartiti. Oggi si chiude con i gruppi più grandi e domani tocca alle parti sociali. Maggioranza e fiducia già scontate

Secondo giro di consultazioni. Coro di Sì a Draghi dai micropartiti. Oggi si chiude con i gruppi più grandi e domani tocca alle parti sociali. Maggioranza e fiducia già scontate

Per l’Italia le priorità saranno il Recovery plan, il piano vaccini, le riforme. Tre quelle indicate: pubblica amministrazione, fisco, giustizia. E ancora: ambiente, lavoro – con la necessità di far ripartire i cantieri e di tutelare le persone che hanno perso il proprio posto -, turismo, investimenti, infrastrutture, scuola. E su quest’ultimo fronte rivedere il calendario scolastico – per fare recuperare ai ragazzi il tempo perduto – e assumere più docenti sono tra i rimedi cui starebbe pensando Mario Draghi.

Per quanto riguarda le imprese c’è anche il problema del loro indebitamento, il che implica rafforzare la solidità del sistema bancario. Comincia a scoprire le carte il premier incaricato e inizia a tratteggiarsi il programma che illuminerà il governo di “alto profilo” alla cui formazione è stato chiamato dal capo dello Stato. Nel secondo giro di consultazioni, che iniziato ieri con i piccoli si concluderà oggi con i big, l’ex numero uno di Francoforte si è presentato, come ha riferito Manfred Schullian (minoranze linguistiche del gruppo Misto della Camera) come “futuro presidente di un governo europeista” con “forte vocazione atlantista”.

“Quando Draghi parla di europeismo, parla anche di sfida, tanto che è arrivato a mettere sul tavolo la questione del bilancio comune europeo”, dichiara Riccardo Nencini del Psi. “Ci ha detto che bisogna investire e con i ristori evitare contributi a fondo perduto ma finanziare le imprese per stimolarne la ripresa”, ha riferito ancora Schullian. Ma se la ricerca di una maggioranza – anche se rimane da definire ancora con esattezza il perimetro – non appare più un problema, per l’ex governatore rimangono altri rebus da risolvere, a partire dalla formazione della squadra di governo.

Dentro tecnici, politici o un ibrido? Alla domanda su come intenda portare avanti un programma con forze politiche così diverse, l’ex numero della Bce avrebbe risposto che bisogna guardare alla sostanza e non alla forma: l’obiettivo è rispondere alle urgenze del Paese. Eppure nonostante l’entusiasmo di gran parte delle forze politiche, non tutte hanno sciolto la riserva. è il caso del M5S che ha deciso di sottoporre al voto degli iscritti il quesito sul supporto a un governo Draghi. Alessandro Di Battista non cede: “Sia chiaro, non ho dubbi che il professor Draghi sia una persona onesta, preparatissima e autorevole. Io lo contrasto non sul piano personale ma su quello politico. Oltretutto l’assembramento parlamentare che si sta delineando è l’antitesi della politica”.

Tutta un’altra musica quella che arriva da Luigi Di Maio che torna a rivendicare la rilevanza del Movimento negli ultimi governi e avverte che “nessuno riuscirà a dividerci”. Che nel M5S ci siano perplessità, dice Giuseppe Conte, “è comprensibile” ma aggiunge, “per il Movimento la compattezza è un valore in sé”. Scatenata la Lega. Che, come dice il suo leader Matteo Salvini, butta “il cuore oltre l’ostacolo” e torna a rivendicare un ruolo di responsabilità, non mettendo “veti in casa d’altri”. E anche sui migranti sposa la linea europeista (“Sul tema immigrazione noi proporremo l’adozione della legislazione europea”).

Il leader del Carroccio si dice pronto a proporre il modello Bertolaso sulla gestione dell’emergenza sanitaria e pare esprimere la propria preferenza per un governo con una forte connotazione politica. Magari con Salvini ministro. Come auspica il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari. Plaude alla svolta leghista il renziano Ettore Rosato: “Salvini sta rispondendo con intelligenza”. Non la pensano proprio allo stesso modo Pd, 5S e Leu: la presenza della Lega nel governo crea loro più di un imbarazzo. Domani Draghi incontrerà le parti sociali e probabilmente anche i rappresentanti delle autonomie locali. Potrebbe recarsi al Colle tra giovedì e venerdì per sciogliere la riserva e comunicare al capo dello Stato che accetta l’incarico.