Sembrava fosse Gratteri invece era l’Europa: la Commissione Ue smonta le riforme della Giustizia dei Migliori

Sembrava fosse Gratteri invece era l’Europa. Bruxelles smonta le riforme della Giustizia: a rischio l’effettività del sistema giudiziario

Sembrava fosse Gratteri invece era l’Europa: la Commissione Ue smonta le riforme della Giustizia dei Migliori

Sentite qua. Con la riforma del processo penale vergata dalla ministra Marta Cartabia, blindata dal Governo Draghi, approvata sulla fiducia dal Parlamento e promulgata senza colpo ferire dal Presidente della Repubblica, è a rischio “l’effettività del sistema giudiziario”.

La tagliola dell’improcedibilità

E la tagliola dell’improcedibilità renderà necessario “uno stretto monitoraggio per assicurare che i processi per corruzione non si interrompano automaticamente in grado d’appello”. Per effetto delle nuove misure, approvate lo scorso settembre, si teme ”un impatto negativo sui processi penali, soprattutto quelli in corso, che potrebbero essere interrotti in modo automatico”. Per questo motivo, “anche se sono state introdotte delle eccezioni e delle misure transitorie, l’effettività del sistema giudiziario richiede uno stretto monitoraggio a livello nazionale per assicurare un giusto bilanciamento tra le nuove norme e il diritto alla difesa, i diritti delle vittime e l’interesse del pubblico a un sistema penale efficiente”.

L’ordinamento giudiziario

L’altra riforma, invece, quella dell’ordinamento giudiziario, “rischia di comportare indebite influenze sull’indipendenza dei giudici“. A preoccupare sono le norme che introducono “una valutazione professionale dei magistrati che, tra le altre cose, terrà in considerazione il raggiungimento dei risultati attesi dai dirigenti dei Tribunali, nonché la possibilità di iniziare l’azione disciplinare in caso di mancato adeguamento alle indicazioni dei dirigenti sul modo in cui raggiungerli“. Senza contate che la stessa valutazione professionale “terrà in conto la conferma delle sentenze nei gradi successivi”. Ergo: “Il combinato disposto delle nuove norme potrebbe portare a dipendenze che rischiano di comportare indebite influenze sull’indipendenza dei giudici”.

No, non è stato il procuratore Nicola Gratteri a dirlo, ma la Commissione Ue a scriverlo nel capitolo dedicato all’Italia della Relazione sullo Stato di diritto 2022. Ma queste riforme non ce le aveva chieste l’Europa?

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