Dati allarmanti – È emerso alla presentazione dei risultati del progetto Optibirth, finanziato dall’Unione Europea e che ha coinvolto 15 Ospedali in tre paesi (Germania, Irlanda e Italia). “Si tratta di un dato estremamente preoccupante non solo perchè causa di una crescita dei costi, ma perché espressione di un processo di medicalizzazione che invade la scena del parto e condiziona la autonoma scelta delle donne”, ha spiegato Sandra Morano, principale investigatrice Optibirth Italia. Anche se solo 30 anni fa i tassi di incidenza in Italia erano al di sotto della media europea (11%), nel tempo determinanti sociali, culturali, nonché formativi delle categorie professionali interessate, hanno alimentato l’inarrestabile dilagare di questa epidemia.
Le scelte – Un’epidemia che, spiegano gli esperti, nasce anche da una paura della sofferenza spesso associata al parto naturale e che le donne moderne non vogliono più sopportare. Ecco perchè anche a rischio complicazioni sclgono l’opzione del cesareo. “Soltanto attraverso una corretta informazione le donne possono fare una scelta consapevole e superare anche la paura del dolore che spesso viene associato al parto vaginale, ha ribadito la responsabile europea del progetto Cecily Begley. E questo è il primo passo per tornare alla normalità evitando le medicalizzazione di cui troppo spesso si abusa.