Il Senato americano ha respinto per l’ottava volta la proposta repubblicana per rifinanziare il governo federale e mettere fine allo shutdown che paralizza gli Stati Uniti da due settimane. La misura è stata bocciata con 49 voti favorevoli e 45 contrari: per passare, ne sarebbero serviti almeno 60. Due senatori democratici, Catherine Cortez Masto e Angus King, hanno votato a favore, mentre John Fetterman — pur avendo in passato sostenuto la proposta — non ha partecipato al voto.
Il Senato americano boccia per l’ottava volta la misura anti-shutdown. Ecco come funziona e quali conseguenze ha lo shutdown
Lo shutdown si verifica quando il Congresso non approva in tempo la legge che rifinanzia le attività amministrative federali. In queste situazioni, il governo è costretto a sospendere parte dei servizi e a lasciare a casa, senza retribuzione, centinaia di migliaia di dipendenti pubblici. Solo i servizi essenziali — come la sicurezza nazionale, la giustizia e la sanità pubblica — continuano a funzionare, seppur con forti limitazioni.
Tra i settori più colpiti c’è l’esercito: il Pentagono ha confermato che il personale in servizio resterà operativo ma non sarà pagato fino all’approvazione di un nuovo bilancio. Metà degli 800 mila civili che lavorano per la difesa verrà temporaneamente sospesa. Anche la sanità e la giustizia continuano con organici ridotti, mentre i parchi nazionali chiudono, come accaduto nei precedenti shutdown, con pesanti perdite economiche per il turismo.
Nonostante l’impasse, la Borsa americana dovrebbe restare operativa, anche se la paralisi colpisce metà delle autorità di vigilanza finanziaria. L’ennesima bocciatura al Senato mostra quanto la spaccatura politica tra democratici e repubblicani stia incidendo sulla vita quotidiana di milioni di cittadini, in un momento delicato per l’economia statunitense.