Senato, tre emendamenti e nel Pd torna il sereno. Intesa su elettività, funzioni e giudici della Consulta. E Calderoli presenta 82 milioni di modifiche

Accordo raggiunto al’interno del Pd sulla riforma del Senato. Il compromesso passa per tre emendamenti al ddl riforme costituzionali firmati da Anna Finocchiaro. C’è la questione dell’elettività dei senatori, il tema delle funzioni del Senato e dei giudici costituzionali. “Si tratta di un bel successo del Pd e spero che in questo clima nuovo tutti assieme e senza più strappi si possa lavorare ancora per perfezionare la riforma”, ha detto Bersani, “Gli elettori scelgono i senatori: questo è il principio costituzionale, i dettagli li si vedranno come giusto nella legge elettorale”.

COSA CAMBIA AL SENATO
Sull’elettività c’è qualcosa che cambia e nel testo dell’emendamento presentato si legge che “I senatori saranno decisi in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge”. L’emendamento, in cui non si fa riferimento ad alcun “listino”, dispone che i futuri senatori saranno eletti dai consigli regionali che dovranno tenere conto delle “scelte” fatte dagli elettori al momento del voto. C’è poi la questione sulle funzioni svolte da Palazzo Madama che dovrebbe svolgere funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica, oltre a quello della rappresentazione delle istituzioni territoriali, grazie a uno degli emendamenti Finocchiaro presentati questa mattina al ddl Riforme in Senato. L’emendamento introduce inoltre la possibilità di verificare l’impatto delle politiche del’Unione europea sui territori. I senatori potranno, infine, anche esprimere pareri sulle nomine governative.

LEGA ALLA GUERRA
Basti pensare che dal Carroccio sono stati presentati ben 82 milioni di emendamenti sulla riforma del Senato. Per la precisione sono 82.730.460. Sono 200 gli emendamenti cartacei e il resto su dvd. Calderoli ha anche fatto sapere di essere stato convocato dal governo. Calderoli, però, avrebbe anche spiegato di essere disponibile a ritirare gli emendamenti se venisse trovata una soluzione su tre questioni quali le funzioni del Senato, quelle delle Regioni e l’autonomia finanziaria degli enti territoriali.