Separazione delle carriere, Nordio sfida i giudici

Il ministro della Giustizia Nordio ha approfittato del palcoscenico della Camera per lanciare l’ennesimo annuncio sulla separazione delle carriere.

Separazione delle carriere, Nordio sfida i giudici

Il dato a questo punto è tratto. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ieri ha approfittato del palcoscenico della Camera per lanciare l’ennesimo annuncio – almeno il trentesimo in 17 mesi di governo – sulla separazione delle carriere. Dopo la ramanzina della premier Giorgia Meloni, adesso il Guardasigilli parla di un testo “imminente”. Una posizione non prevista considerando proprio lo stop che aveva impartito la presidente del Consiglio e soprattutto considerando che tale accelerata significa scontrarsi con l’Associazione Nazionale dei Magistrati il cui congresso è in programma a maggio a Palermo.

Il ministro della Giustizia Nordio ha approfittato del palcoscenico della Camera per lanciare l’ennesimo annuncio sulla separazione delle carriere

Secondo i ben informati, il testo potrebbe approdare in Consiglio dei ministri già nella settimana dopo Pasqua. Quello che viene annunciato è “un corposo pacchetto di misure” sulla giustizia, a partire dall’argomento più delicato di tutti: la separazione delle carriere dei magistrati, appunto. Il tema, presente nel programma di governo di Giorgia Meloni, è stato per mesi agitato dal guardasigilli Carlo Nordio come uno spettro durante i vari scontri tra l’esecutivo e le toghe. E adesso potrebbe diventerà realtà in men che non si dica. L’aver reso pubblica la cosa serve soprattutto a placare le voci sulle differenze di vedute tra palazzo Chigi e via Arenula, emerse soprattutto a causa dell’ormai naufragata commissione d’inchiesta sui presunti dossieraggi al centro di un’inchiesta a Perugia.

Nordio (come Crosetto) si era detto assolutamente favorevole alla parlamentarizzazione dello scandalo, ma Meloni (e prima di lei Tajani) ha messo il freno a mano, dicendo che non c’è bisogno di una commissione d’inchiesta quando già è al lavoro l’antimafia, che tra le altre cose ha già ascoltato il procuratore di Perugia Raffaele Cantone e il capo della Dna Giovanni Melillo. E che, soprattutto, si prepara ad affrontare una lunga serie di audizioni a personaggi a vario titolo coinvolti nella vicenda. Vedremo quali saranno gli sviluppi di una vicenda che inevitabilmente potrebbe avere delle ripercussioni sulla tenuta, secondo alcuni, della squadra di governo.

Nordio annuncia un nuovo disegno di legge. Che potrebbe arrivare in Parlamento ad aprile

Secondo ciò che si vocifera, il piano di Nordio dovrebbe prevedere la costituzione di due distinti Consigli superiori della magistratura con specificità diverse. Dal canto suo il deputato di Azione, Enrico Costa, non nasconde scetticismo sul colpo di acceleratore annunciato dal Guardasigilli. “Già nel marzo 2023 aveva annunciato un intervento imminente con il risultato che il governo ha dormito un anno e a marzo 2024 siamo ancora qui”, ha tagliato corto il parlamentare. Sul fronte giustizia, però, ci sono anche altri capitoli aperti. Alla Camera è attesa la calendarizzazione del Ddl Nordio dopo l’approvazione in Senato. Il testo che arriva al vaglio di Montecitorio prevede una serie di elementi importanti: la cancellazione dell’abuso d’ufficio e riduce la portata del traffico di influenze illecite limitato a condotte particolarmente gravi.

La premier aveva rallentato il ministro e l’idea contenuta anche nel programma di governo

Nel Ddl approvato a Palazzo Madama il 13 febbraio scorso, inoltre, si ampliano i divieti per i giornalisti in materia di pubblicazione delle intercettazioni e si punta a una maggiore tutela della privacy. Nel testo che ha ottenuto il primo via libera viene introdotto il divieto di ascolto dei colloqui tra indagato o imputato e il suo difensore. Inoltre il pubblico ministero non potrà più impugnare le sentenze di assoluzione (a meno che non si tratti di reati particolarmente gravi), sulla richiesta di custodia cautelare in carcere si dovrà pronunciare un giudice collegiale e prima della decisione l’indagato dovrà essere interrogato dal giudice, pena la nullità della misura cautelare.