Serve una vera Europa politica. Il primo passo è un fisco solidale. Parla l’eurodeputato Pedicini (M5S): “Superare gli squilibri. C’è però chi rema contro a cominciare dalla Germania”

Intervista all'europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Piernicola Pedicini

Per l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Piernicola Pedicini, l’intervento del premier, Giuseppe Conte, al Parlamento Europeo contiene tutte le ricette necessarie per arrivare alla nascita di una vera Unione europea, a cominciare dalla cancellazione delle politiche che fanno della Germania “un paradiso fiscale” all’interno dell’Europa. Una situazione che non consente di gettare le basi per una solidarietà tra i popoli, che è quello che servirebbe per mantenere in salute l’Unione europea.

Che margini ci sono perché la Ue adotti titoli di debito comuni?
“Crediamo che sia una questione politica che richiede una riforma della governance europea e una riforma dello statuto della Bce che non può comprare titoli di stato direttamente. L’aggiustamento valutario dell’euro sull’economia più forte, quella tedesca, rischia di diventare la medicina per la Germania ma il veleno per l’Italia”.

Cosa pensa della decisione della Commissione Ue di tagliare i trasferimenti a quei Paesi che non rispettano le regole di bilancio europee?
“I vincoli europei di bilancio sul deficit e sul debito sono opprimenti soprattutto nei momenti di crisi. Noi italiani lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle. Nei momenti di crisi c’è bisogno di politiche anticicliche. E questo ha mandato sempre di più in asfissia quei Paesi che non riescono ad uscire dal periodo di stagnazione economica”.

Quale può essere la soluzione?
“Allargare i vincoli di bilancio per determinate politiche o permettere di sforare. La flessibilità non deve essere una richiesta avanzata da alcuni stati, deve essere introdotta all’interno delle politiche europee. Non si posso avere dei vincoli così rigidi come gli attuali che non tengono conto delle dinamiche economiche globali. Quei vincoli stanno peggiorando la situazione soprattutto per gli Stati che hanno un alto debito pubblico”.

Non le sembra che il discorso di Conte sia il via libera alla creazione di un’Unione politica europea oltre che economica?
“Ma certo. Il suo discorso puntava proprio su una politica condivisa dei popoli europei, creare le condizioni affinché ci sia veramente un’Unione europea. Quella base però va perseguita non alimentando motivi di contrasto che oggi sono sempre più evidenti con i nazionalismi. Ci sono politiche divisive, l’immigrazione è uno di questi elementi, ma lui ha citato anche la politica fiscale. Ci sono Paesi all’interno dell’Unione che sono dei veri e propri paradisi fiscali, la Germania in primis e questo crea degli squilibri interni che non consentono di gettare le basi per una solidarietà tra i popoli, che è quello che servirebbe per mantenere in salute l’Unione europea”.

Che futuro prevede per il contestato Trattato di Dublino?
“Non funziona nel momento in cui non riconosce la possibilità di creare vie legali di accesso. L’apertura di tali percorsi legali contribuirebbe a salvare vite umane e a sconfiggere il business del traffico di esseri umani”.

Cosa pensa delle parole di Bullman che sulla crisi dei migranti ha detto: “Sono gli amici di Salvini che non vi aiutano: Orban, Kaczyski e Kurz”?
“Questo in qualche modo è vero, perché i paesi del Visegrad hanno un atteggiamento di chiusura e ciò non è condivisibile, soprattutto dall’Italia, in quanto Paese di primo approdo”.

Ci può anticipare qualcosa sulle decisioni della Commissione Ue in merito alle norme varate dall’Italia per rimborsare i risparmiatori truffati dalla banche?
“Stiamo aspettando una risposta da parte della Commissione su questo, sembra che ci sia qualche incertezza al momento”.