Sette arresti per la strage nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo. Fermati i membri di una banda specializzata in rapine con lo spray al peperoncino

I carabinieri di Ancona, nell’ambito dell’inchiesta sulla strage della discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, in cui, tra il 7 e l’8 dicembre, morirono cinque giovani e una madre 39enne, hanno compiuto alcuni arresti. In carcere sono finiti sei giovani, tra i 19 e i 22 anni, tutti residenti nel Modenese, che erano nella discoteca quella sera, accusati di omicidio preterintenzionale e lesioni. Secondo quanto hanno concluso le indagini, farebbero tutti parte di una banda dedita alle rapine in discoteca spruzzando spray al peperoncino. Arrestato anche un ricettatore solo per l’associazione.

Ai sette arrestati, residenti in provincia di Modena, il gip di Ancona Carlo Cimini contesta il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapine in discoteche del Centro e Nord Italia con l’uso di spray urticante. La stessa modalità che, sempre secondo l’accusa, sarebbe stata utilizzata alla Lanterna Azzurra dove sei degli arrestati si trovavano la sera della strage. A quest’ultimo è contestato, infatti, anche l’omicidio preterintenzionale plurimo e le lesioni personali ai danni di altre 197 persone che rimasero ferite nella calca seguita alla diffusione dello spray al peperoncino nella discoteca dove doveva esibirsi il trapper Sfera Ebbasta.

Nell’inchiesta erano già stata indagate, a vario titolo, altre  17 persone, oltre a un minorenne inizialmente sospettato di aver spruzzato lo spray. Per l’ipotesi di omicidio colposo plurimo sono state chiamate in causa nove persone tra gestori, proprietari e un addetto alla sicurezza; altre otto, tra cui il sindaco di Corinaldo Matteo Principi e componenti della Commissione unificata di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo dei Comuni associati in seno all’Unione Misa-Nevola che rilasciò i permessi per il locale nel 2017, devono rispondere, a vario titolo, di reati che vanno dal concorso in omicidio colposo, disastro colposo e falsità ideologica per le irregolarità riscontrate nei locali della discoteca.