Settimana corta, meno giorni ma stesso stipendio: la nuova sperimentazione in Italia

La sperimentazione della settimana corta si allarga, con nuove aziende (anche piccole) che applicano la riduzione oraria a parità di stipendi.

Settimana corta, meno giorni ma stesso stipendio: la nuova sperimentazione in Italia

Dopo i primi esempi, di grandi aziende come Intesa Sanpaolo e Lavazza, la settimana corta si allarga raggiungendo anche realtà più piccole. Meno giorni di lavoro e riduzione degli orari a parità di stipendio: dopo il successo della sperimentazione britannica, anche in  Italia il nuovo sistema, con una settimana lavorativa di quattro giorni, può avvicinarsi. Così anche aziende più piccole iniziano a sottoscrivere accordi che migliorino le condizioni dei lavoratori, con un maggior equilibrio tra vita privata e lavoro, ma anche quelle dei servizi offerti.

Settimana corta, anche in Italia le piccole aziende provano la sperimentazione: l’esempio a Cinisello Balsamo

Come racconta Il Sole 24 Ore, è la cooperativa (che fa parte di Legacoop) UniAbita a sperimentare la settimana lavorativa di quattro giorni: un’azienda con circa 50  addetti, soprattutto donne. L’azienda ha trovato un accordo con i sindacati, con una rimodulazione dell’orario: l’attività lavorativa passa da cinque a quattro giorni, con un’apertura più lunga, ma sempre a parità di stipendio.

I lavoratori avranno un giorno in meno durante la settimana, ma recupereranno le ore nei giorni in cui si lavora: l’azienda starà aperta fino alle 19 e durante la pausa pranzo, offrendo così i propri servizi in una fascia oraria quotidiana più lunga. La sperimentazione partirà a giugno e andrà avanti fino a settembre.

Il successo della sperimentazione in Francia: la settimana lavorativa di quattro giorni funziona

Gli esperimenti della settimana corta si allargano anche al di fuori dell’Italia. Un altro esempio di successo arriva dalla Francia, dove un’azienda di Lione che si occupa della gestione dell’energia ha applicato per sei mesi il nuovo orario, con 32 ore di lavoro per gli impiegati e 35 per i dirigenti.

I risultati sono stati positivi, con meno pause (ridotte da 40 a 34 minuti), una pausa pranzo accorciata di mezz’ora e le assenze diminuite del 70%. Inoltre è dimezzato il numero delle dimissioni, la durata media delle riunioni si è ridotta di 9 minuti ed è aumentata la quota dei dipendenti.