Sforzi di polizia

di Giovanna Tomaselli

Il vaso vuoto di Pandora è stato scoperchiato. Si è dovuto minacciare lo sciopero e alzare i toni, ma adesso per la prima volta il governo sta cercando una soluzione per aiutare un comparto sicurezza da troppo tempo costretto a tirare la cinghia. Tagli indiscriminati e stipendi al palo ormai da cinque anni. Renzi e Alfano hanno respinto la minaccia, ma Palazzo Chigi e Tesoro stanno cercando un paracadute.

Pochi soldi
Polizia penitenziaria, Corpo forestale dello Stato e Cocer interforze (Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza) in realtà non hanno mai chiesto aumenti di stipendio attraverso il rinnovo dei contratti, sottolineano i rappresentanti delle Forze dell’ordine, ma solo un adeguamento minimo e la rimozione del tetto salariale. Uno sbarramento che penalizza chi negli ultimi anni ha ricevuto una promozione. Per assurdo, proprio chi è stato promosso ha visto ridursi lo stipendio, venendo retribuito come nella mansione inferiore ma con tagli della busta paga tra il 10 e il 20%”. Il superamento di questo tetto salariale era stato previsto dal Def di giugno. “Se non verrà rimosso vorrà dire che saranno state adottate scelte politiche diverse, destinando quelle risorse ad altri scopi”, denunciano gli agenti.

Spiccioli
Rischiano la vita in prima linea per pochissimi soldi. Gli agenti che si occupano della pubblica sicurezza hanno uno stipendio medio di 1.300 euro. Chi va peggio si ferma ai 1.200 e chi riesce ad arrotondare con straordinari e trasferte arriva fino a 1.500 euro (quando le pagano). E va molto peggio per i dirigenti, che hanno responsabilità importantissime. Per rendere l’idea pubblichiamo accanto la busta paga di un primo dirigente della polizia di Stato (corrisponde al grado di colonnello/vicequestore). Un compenso che è decurtato almeno del 30% rispetto a quello che dovrebbe essere da contratto, ma che si ferma ai 2.053 euro che vedete proprio per via del blocco salariale degli anni scorsi e soprattutto del tetto che impedisce di riconoscere le maggiori responsabilità assunte da chi proviene da un grado inferiore.