Sgambetto di Orbán, muro sovranista sul Recovery Fund. No all’intesa sullo stato di diritto. Possibile il veto al bilancio Ue

Ci ha provato, il sovranista Viktor Orbán a rallentare l’iter di erogazione dei fondi del Recovery Fund: contrario all’accordo raggiunto la settimana scorsa fra Parlamento europeo e Consiglio sullo Stato di diritto come condizionalità legata all’uso delle risorse europee il premier ungherese con una lettera alla Commissione ha minacciato il veto al Bilancio finanziario pluriennale (Qfp), legato a sua volta al pacchetto di aiuti deciso a luglio. A confermarlo è stato il portavoce di palazzo Berlaymont affermando che “La presidente ha ricevuto la lettera, la analizzeremo e risponderemo in tempo utile”, l’unanimità è necessaria per l’approvazione di quello che sarà il futuro accordo sul bilancio ma il presidente del gruppo del Ppe al Parlamento europeo Manfred Weber non si è fatto scoraggiare dalle prese di posizioni del sovranista ed ha ribadito come i negoziati abbiano raggiunto un “risultato storico” sul meccanismo legato al rispetto dello stato di diritto come condizione per l’erogazione dei fondi Ue precisando che il leader magiaro “ora sta tenendo in ostaggio il bilancio Ue ed il Recovery”, ma che “noi andremo avanti, e sono sicuro che Orban non cambierà il risultato raggiunto nel trilogo”, facendo riferimento alla “maggioranza qualificata al Consiglio” e alla “maggioranza al Parlamento” che “permetterà a questa legislazione di rimanere viva”. Weber ha anche aggiunto che nel caso ci fosse una “disputa a decidere sarà la Corte europea di giustizia”, un meccanismo indipendente”.