Sì alla riforma del Coni. Ma il Cio dichiara guerra alla legge Giorgetti. Il Senato approva la delega al Governo. Rischiano di saltare i Giochi 2026

Alla fine non c’è stato alcun colpo di scena. Nonostante la lettera con cui il Comitato olimpico internazionale (Cio, ndr) aveva mosso numerosi rilievi all’Esecutivo gialloverde, da ieri pomeriggio il disegno di legge che attribuisce deleghe al governo sulla riforma allo sport è realtà. Infatti il Senato, al termine della seduta, lo ha approvato in via definitiva con 154 sì, 54 no e 52 astenuti. Ma di voglia di festeggiare il risultato non ce n’è stata molta perché la lettera spedita dal massimo organo sportivo mondiale non può che destare preoccupazione. Al suo interno e nella speranza di bloccare l’iter di approvazione della legge voluta da Giancarlo Giorgetti, non veniva segnalato solo il fatto che così si sarebbe “intaccata l’autonomia del Coni” ma venivano anche paventate conseguenze shock: la “sospensione o il ritiro del riconoscimento del comitato olimpico”.

In soldoni la minaccia, anche nel caso della semplice sospensione temporanea, rischierebbe di far perdere al nostro Paese le già approvate olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026 e ci vedrebbe esclusi dagli imminenti Giochi di Tokyo. Niente inno di Mameli, tricolore o completini azzurri perché, in questa spaventosa prospettiva, l’Italia non potrebbe partecipare ad alcun gioco di squadra. Discordo diverso per gli atleti nostrani che nelle competizioni individuali potrebbero partecipare all’evento giapponese solo ed esclusivamente sotto l’egida del Cio in qualità di atleti olimpici indipendenti. Può sembrare una minaccia irrealistica quella mossa dal massimo ente sportivo del mondo ma non va sottovalutata perché è già stata adottata, in tempi recenti, nei confronti di Kuwait e India.

LA LETTERA DELLA DISCORDIA. A ricevere la lettera, nella mattinata di ieri, era stato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, da sempre critico verso il provvedimento. Del resto la riforma pensata dal sottosegretario leghista Giorgetti non fa che sottrarre competenze e soldi al Coni in favore di un nuovo ente, Sport e Salute, che è sostanzialmente una società per azioni partecipata da Palazzo Chigi. Insomma non si tratta di un ente autonomo e ciò è il vero nodo al centro delle rimostranze del Cio. Nel mirino, infatti, c’è l’articolo 1 che sostanzialmente conferma l’ampia delega concessa al Governo per l’adozione di misure in materia di ordinamento sportivo e che sottrae al Coni molte sue prerogative a partire dalla gestione dei fondi da ridistribuire alle diverse Federazioni.

BOTTA E RISPOSTA. Dopo che la lettera è stata resa pubblica, a parlare per conto della maggioranza è stato proprio il leghista Giorgetti che ha replicato: “Sorprende tutto questo interesse del Cio per una singola parte del provvedimento che riguarda il potere politico del Coni. La lettera, forse scritta da funzionari del Cio, il cui contenuto il governo ha appreso dai giornali, è stata forse un po’ frettolosa visto che molte risposte non solo sono già contenute nelle norme della stessa riforma ma anche negli ordini del giorno del relatore preannunciati ieri sera in commissione cultura su cui il governo ha dato parere favorevole”. Ma la contro risposta non si è fatta attendere perché dal Cio fanno sapere che tutti i rilievi contenuti nella lettera erano già stati fatti presenti, il 24 giugno, dal presidente Thomas Bach al premier Conte.