Si alza una Voce libera. La Carfagna ci prova ma Silvio non approva. L’ex ministra crea un’associazione. Berlusconi: mossa inutile e divisiva

Non ha ricevuto la benedizione di Silvio Berlusconi, “Voce Libera”, l’associazione che Mara Carfagna ha presentato ieri mattina nella Sala del Consiglio della Camera di Commercio a Roma. “Ho avuto da Mara Carfagna l’offerta della presidenza onoraria della sua associazione ma ho detto di no, perché in un partito libero, aperto al confronto credo sia inutile far nascere un’associazione che finisce per essere una corrente politica nel partito e che finisce per dividere”.

Così il Cavaliere, ma la sua ex pupilla non è si persa d’animo e ha risposto, un po’ piccata: “La nostra associazione nasce per includere e aggregare, non per dividere” ha spiegato. “Dicono che questa associazione sia inutile? Non potevano farmi augurio migliore. Fu detto che stavo facendo una cosa inutile anche quando presentai la legge sullo stalking, una delle cose di cui vado più fiera”. Per poi ammorbidire i toni: “Silvio Berlusconi è il presidente del mio partito e non mi farete mai litigare con lui. Sono certa che lo convinceremo con i fatti”.

ECCO CHI C’E’. Tra i soci costituenti della nuova creatura della vicepresidente della Camera, oltre alla Carfagna stessa, ci sono molti deputati campani di FI, il responsabile enti locali del partito, Marcello Fiori, l’ex governatrice del Lazio, Renata Polverini, i senatori Massimo Mallegni e Barbara Masini. Ma nell’assetto organizzativo, che si articolerà in un “direttivo”, un “esecutivo” più ristretto e un comitato scientifico, fanno parte anche esponenti non politici: uno su tutti il professor Carlo Cottarelli, ex-commissario governativo alla spending review, che ha deciso di aderire al comitato scientifico, specificando però che “non si tratta di una discesa in campo”, ma di un semplice contributo di idee.

“Noi pensiamo -ha specificato Carfagna- che ci sia un pezzo d’Italia che non si senta rappresentato nello scontro tra, da un lato, il populismo, lo statalismo, l’assistenzialismo; dall’altro, il protezionismo, il sovranismo, il nazionalismo, la ricerca di un nemico a tutti i costi. C’ è un’Italia che chiede serietà, noi a questa Italia vogliamo provare a dare voce”. E lo strumento più adatto può essere un’associazione, perché “può fare ciò che un partito non riesce a fare, perché magari riesce a coinvolgere intelligenze ed energie preziose per disegnare il futuro che vogliamo, che però magari non accettano di indossare una casacca di partito.

Personalità che possono avere lo sguardo lungo sul Paese senza avere l’ansia dei sondaggi elettorali”. Intanto, a pochissimi giorni dalla scadenza per presentare i candidati, Forza Italia rompe gli indugi sui nomi di chi correrà per la presidenza di Calabria e Campania e cala i suoi assi. Saranno rispettivamente la deputata e coordinatrice del partito calabrese Jole Santelli (che dovrà però vedersela con il dissidente fuoriuscito Mario Occhiuto) e l’ex governatore campano Stefano Caldoro. E a Lega e FdI ricorda la propria lealtà lunga venticinque anni, chiedendo implicitamente lo stesso trattamento. Chissà che il messaggio non sia rivolto pure alla Carfagna, alla vigilia del lancio della sua associazione.