Si apre la partita dei laici di Palazzo dei Marescialli. Tra i papabili per il Csm c’è Ghedini, così Berlusconi può tornare in Parlamento

In Forza Italia c’è chi vorrebbe nominare un senatore, eletto nell’uninominale, per liberare un posto proprio a Berlusconi

Presidenze delle commissioni bicamerali e delle Giunte, quattro componenti del consiglio di amministrazione Rai, un giudice costituzionale, otto membri laici del Csm,  i componenti dei Consigli di presidenza della Giustizia amministrativa, della Corte dei conti e della Giustizia tributaria. Il menu delle nomine di competenza parlamentare è particolarmente ricco e abbondante.

Partite incrociate – Le singole portate faranno parte di un unico pacchetto e la maggioranza, ovvero M5S e Lega, stanno lavorando per arrivare ad un compromesso complessivo che però sembra ancora lontano. Davanti c’è una settimana di tempo. Per quel che riguarda le Commissioni di garanzia, ovvero Vigilanza Rai e Copasir, che per prassi spettano alla minoranza,  c’è già un’intesa di massima tra Forza Italia e Partito Democratico: ai dem dovrebbe andare la presidenza del Copasir con Lorenzo Guerini, agli azzurri quella della Vigilanza Rai, con Silvio Berlusconi, in persona che premerebbe per il neo senatore azzurro, ed ex giornalista Mediaset Alberto Barachini. Ma l’ex Cavaliere potrebbe essere il protagonista, stavolta in prima persona, di un’altra fondamentale partita e cioè quella dell’elezione dei membri laici del Csm. Il 19 luglio, infatti, deputati e senatori saranno chiamati a designare gli 8 giudici non togati che andranno a comporre la quota laica del Consiglio Superiore della Magistratura (5 espressi dalla maggioranza, 3 dall’opposizione). I Cinque Stelle vorrebbero che siano tutti candidati esterni alle forze politiche, ma in FI c’è chi vorrebbe nominare un senatore, eletto nell’uninominale, per liberare un posto proprio a Berlusconi. L’ex premier ia quel punto potrebbe tornare in Parlamento con le elezioni suppletive anche se potrebbe optareanche per una candidatura alle Europee. Sarebbe un modo per trainare e ricompattare il partito, uscito malconcio dalle elezioni del 4 marzo. Ma il piano B, ovvero quello di un rientro a palazzo Madama, è comunque sul tavolo. In pole per lasciare lo scranno senatoriale a Silvio e andare al Csm, stando ai rumors, ci sarebbe il fidato Niccolò Ghedini. “Il ritorno di Berlusconi in parlamento sanerebbe un vulnus –  ribadiva ieri il presidente della Liguria Giovanni Toti – sarebbe un bel gesto e un bel segnale”. A Palazzo Madama sono avvisati.