Sindacalista ucciso da un Tir. La tensione sociale è alle stelle. L’episodio arriva dopo dieci giorni di alta conflittualità e le aggressioni ad alcuni dipendenti a Lodi e Prato

L’episodio del sindacalista investito a Biandrate arriva dopo dieci giorni di alta conflittualità e le aggressioni ad alcuni dipendenti a Lodi e Prato.

Sindacalista ucciso da un Tir. La tensione sociale è alle stelle. L’episodio arriva dopo dieci giorni di alta conflittualità e le aggressioni ad alcuni dipendenti a Lodi e Prato

Adil Belakhdim, di origini marocchine, aveva 37 anni ed era padre di due ragazzi. E’ morto ieri investito da un camion a Biandrate, nel Novarese, durante un presidio per i diritti sul lavoro, nell’ambito dello sciopero della logistica indetto a livello nazionale, che si teneva all’ingresso del centro distribuzione Lidl. Da alcuni anni Adil svolgeva attività sindacale ed era coordinatore della SI Cobas per la provincia di Novara. E’ stato arrestato il camionista, un 25enne della provincia di Caserta, che si è costituito a una pattuglia dei carabinieri all’altezza del casello autostradale Novara Ovest, dopo una fuga di alcuni chilometri. E’ accusato di omicidio stradale, resistenza e omissione di soccorso.

“Sono molto addolorato”, commenta il presidente del Consiglio, Mario Draghi, secondo cui “è necessario che si faccia subito luce sull’accaduto”. “E’ inaccettabile – dichiara il ministro del Lavoro Andrea Orlando – che nel nostro Paese l’esercizio delle libertà sindacali possa mettere a rischio la vita”. Intervengono i SI Cobas sui social: “Non è stato un incidente. Adil è stato ammazzato nel nome del profitto!”. Ovvero “un autista criminale” alla “vista del presidio non ha esitato a premere l’acceleratore dell’automezzo travolgendo prima due lavoratori che a malapena sono riusciti a salvarsi e che ora sono ricoverati in ospedale, e poi schiacciando il nostro compagno, passandogli addosso e scappando”.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, e della polizia, il camionista, che lavora per conto di una ditta incaricata dalla Lidl, era in coda dietro ad altri mezzi, all’interno del centro di distribuzione di fronte al quale, appunto, si era formato il capannello di operai radunati in protesta. Spazientito dall’attesa, il giovane ha improvvisamente imboccato contromano la corsia di entrata, compiendo alcune accelerazioni nonostante i manifestanti fossero davanti al veicolo. Sul posto erano presenti due agenti in borghese della Digos, che hanno estratto il tesserino e intimato l’alt, ma il camionista ha proseguito e, superati i cancelli, ha svoltato a destra per raggiungere la strada. Adil è stato travolto dalle ruote sul lato destro del mezzo, che si è poi allontanato.

Il caso ricorda un episodio simile accaduto qualche anno fa a Piacenza. Nel settembre 2016 Abd Elsalam Ahmed Eldanf, facchino 53enne di origine egiziana, fu travolto da un tir all’esterno di una ditta piacentina di logistica mente era in corso una vertenza tra il sindacato Usb e i vertici dell’azienda, la Gls. Ma soprattutto la morte di Adil arriva al culmine di un periodo di alta conflittualità sociale. L’11 giugno, sempre in Lombardia, c’erano stati violenti scontri e tafferugli a un presidio organizzato sempre dal SI Cobas davanti a un magazzino della logistica a Tavazzano con Villavesco, in provincia di Lodi.

Il 16 giugno nuovo pestaggio a Prato di operai impegnati nel picchetto di protesta che si trova di fronte alla stamperia tessile Texprint dove ex dipendenti licenziati dalla ditta manifestano da circa quattro mesi. Intervengono le forze politiche e i sindacati. La morte di Adil “è un episodio su cui è necessario fare chiarezza, a distanza di pochi giorni da quanto accaduto a Lodi dove diversi lavoratori sono rimasti feriti. Bisogna tenere alta la guardia tutelando i diritti dei lavoratori in ogni contesto”, dichiara il presidente della Camera, Roberto Fico.

“Non è possibile morire mentre si esercita il diritto costituzionale ad esprimere la propria opinione e non si devono mai mettere lavoratori contro lavoratori. Il diritto di manifestare è sacrosanto e ogni atto di violenza va condannato. In attesa che la giustizia faccia chiarezza su quanto accaduto, serve un intervento forte, anche a livello istituzionale, per affermare legalità e diritti”, denunciano Filcams-Cgil e Filt-Cgil, Fisascat-Cisl e Fit-Cisl e Uiltucs e Uiltrasporti. E i sindacati hanno proclamato lo sciopero per l’intera giornata di ieri e per le giornate di sabato e domenica dei lavoratori di tutte le aziende del polo logistico di Biandrate.

“Nella logistica si stanno verificando troppi episodi di intimidazione e di violenza, che mettono seriamente in discussione le libertà sindacali. E questo avviene in un settore, dove anche per effetto del ricorso ad appalti e sub appalti, e dell’applicazione di contratti pirata, i diritti e le tutele fondamentali dei lavoratori sono continuamente calpestati, in un clima spesso da Far West”, commenta il segretario della Cgil, Maurizio Landini. Un clima sociale che l’attesa della fine del blocco dei licenziamenti, il 30 giugno, rende ancora più infuocato.