Soldi buttati… nel cassonetto. Lo spreco Capitale corre sui mezzi dell’Ama

Dai Gps acquistati e mai utilizzati all'assicurazione pagata per 500 veicoli dell'Ama che però sono rottamati da tempo.

Soldi buttati… nel cassonetto. Lo spreco Capitale corre sui mezzi dell’Ama

Mentre Gualtieri da Piazza Vittorio annuncia la pulizia di 500 cassonetti al giorno, spiegando con dovizia di particolari il procedimento che verrà utilizzato, in Ama spunta un altro guaio. Il pasticcio è stato segnalato dal consigliere di Fratelli d’Italia, Federico Rocca, che ha denunciato l’ennesima stortura capitolina. Pare infatti che l’azienda abbia acquistato oltre 1600 dispositivi per il monitoraggio dei conferimenti e per il tracciamento dei veicoli. Dispositivi che, però, a eccezione di brevi periodi non sarebbero mai stati utilizzati. Non solo: Ama starebbe pure pagando ancora l’assicurazione per 500 mezzi che in realtà sono stati dismessi e rottamati da tempo. “Ritengo grave che siano stati sperperati soldi pubblici per un progetto mai partito”, ha detto il consigliere Rocca, che sul caso ha presentato un’interrogazione al sindaco Gualtieri e all’assessora ai rifiuti Sabrina Alfonsi.

Dai Gps acquistati e mai utilizzati all’assicurazione pagata per 500 veicoli dell’Ama che però sono rottamati da tempo

Si tratta di un progetto risalente al 2018, quando venne aggiudicata una gara da 7 milioni e mezzo di euro della durata di 60 mesi. L’obiettivo era monitorare grazie a 1.500 dispositivi di rilevamento fissi, oltre a 150 device di rilevamento mobili, i mezzi di raccolta e il conferimento dei rifiuti. Erano previsti poi la realizzazione di una piattaforma web, corsi di formazione per gli addetti alla pulizia e gli operatori informatici. Un progetto che, però, non ha mai ingranato. Il 14 novembre 2018 si cominciano a installare i dispositivi fissi, un lavoro che poi verrà interrotto nel maggio del 2019 per “la mancanza di un accordo sindacale connesso al monitoraggio dei mezzi”, oltre agli “aspetti connessi all’applicazione del Regolamento generale dell’Ue sulla protezione dei dati”.

Si ricomincia con l’installazione il 30 luglio, ma ci si ferma di nuovo dopo pochi giorni. Intanto, viene accertata da una task force “la mancanza dei requisiti tecnici e formali per la finalizzazione delle attività previste nel contratto”. Su 1500 dispositivi, ad oggi ne risultano installati meno della metà, 629, ma i numeri potrebbero essere anche più bassi dal momento che alcuni mezzi su cui i dispositivi dovevano essere montati sono stati dismessi. Adesso il presidente di Ama Daniele Pace e il direttore generale Alessandro Filippi hanno comunicato di aver avviato un audit interno affinché venga verificata la correttezza delle procedure, oltre a capire perché la gara sia stata aggiudicata senza aver prima sottoscritto un accordo con i sindacati. Che il 4 marzo sono stati convocati e non mettono le mani avanti purché, come ha detto Giancarlo Cenciarelli della Cgil, “il tracciamento della flotta avvenga nel rispetto delle regole”.