Soldi per imbarcare migranti. Inchiesta sulla Mare Jonio. Coinvolti l’ex disubbidiente Casarini e il regista Metz. Per i pm di Ragusa favorirono l’immigrazione clandestina

Soldi per imbarcare migranti. Inchiesta sulla Mare Jonio. Coinvolti l’ex disubbidiente Casarini e il regista Metz. Per i pm di Ragusa favorirono l’immigrazione clandestina

Acque agitate per la Mare Jonio. Secondo la Procura di Ragusa, in cambio di “un’ingente somma”, la nave impegnata nei soccorsi nel Mediterraneo per conto della Mediterranea saving human, ha preso in carico 27 migranti salvati dalla danese Maersk Etienne. Una vicenda per cui sono indagati l’ex disobbediente Luca Casarini (nella foto), l’ex assessore comunale di Venezia, Beppe Caccia, il regista Alessandro Metz e il comandante Pietro Marrone e che ha fatto esplodere nuovamente le polemiche sulle ONG che si occupano di soccorsi ai migranti che cercano di raggiungere l’Italia.

IL CASO. Gli inquirenti hanno indagato i quattro con le ipotesi di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione delle norme del codice della navigazione. Indagati, precisa la stessa Procura, per il loro ruolo con la Nave Jonio, gestita dalla compagnia armatoriale Idra social shipping, mentre è considerata estranea ai fatti la Mediterranea saving humans. La Ong parla comunque di “accuse pesanti”, che “in realtà puntano a colpire la pratica del soccorso civile in mare” e di un “teorema giudiziario in cui si ipotizza che le attività di soccorso e salvataggio siano preordinate allo scopo di lucro”.

L’organizzazione non governativa sostiene inoltre che si tratta di una “’macchinazione ipotizzata”, “talmente surreale da rendere evidente quale sia il primo e vero obiettivo” dell’intera operazione”, ovvero quello di “creare una macchina del fango”, aggiungendo che “non si fermerà a causa di questo attacco, triste e prevedibile”. Il procuratore di Ragusa, Fabio D’Anna, tira dritto. Ha costituito un gruppo interforze composto da personale della Guardia di finanza, della squadra mobile e della Capitaneria di porto. E ha fatto eseguire un decreto di perquisizione per “ricercare ed acquisire ogni elemento” che sia “utile a comprovare i rapporti tra gli indagati e la Maersk Etienne, e con eventuali altre società armatoriali”.

Al centro dell’inchiesta lo sbarco di 27 migranti, il 12 settembre 2020, nel porto di Pozzallo dalla Mare Jonio, che erano stati stati trasbordati sul rimorchiatore il giorno prima dalla Maersk Etienne, sulla quale erano da 37 giorni in attesa di assegnazione di un porto sicuro dopo un evento Sar disposto da Malta. Per la Procura di Ragusa, da indagini “corroborate da intercettazioni telefoniche, finanziarie e riscontri documentali”, è “emerso che il trasbordo dei migranti” sarebbe avvenuto “senza nessun raccordo con le autorità” maltesi e italiane e “apparentemente giustificato da una situazione emergenziale di natura sanitaria, documentata da un report medico stilato dal team di soccorritori imbarcatosi illegittimamente sul rimorchiatore”.

Il trasbordo, secondo gli inquirenti, sarebbe stato effettuato inoltre “solo dopo la conclusione di un accordo di natura commerciale tra le società armatrici delle due navi”, con “la Mare Jonio che ha percepito un ingente somma quale corrispettivo per il servizio reso”. Immancabile l’intervento di Matteo Salvini. Il leader del Carroccio ha infatti annunciato che chiederà “un incontro urgente al Presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno”.

“Nei primi due mesi di quest’anno – ha affermato – ci sono stati 4.536 sbarchi, contro i 2.359 del 2020 e i 262 del 2019 con la Lega al governo”. Un’occasione che non si è lasciata sfuggire neppure la sovranista Giorgia Meloni, dichiarando che chiederà “risposte urgenti” al ministro Luciana Lamorgese e che Fratelli d’Italia “continuerà a battersi contro il business che ruota attorno al traffico di esseri umani”.