Solo 2 miliardi agli alluvionati. E 14 per il Ponte sullo Stretto

Salvini parla di “decisione storica, definitiva, attesa da più di 50 anni” commentando il voto finale sul decreto Ponte sullo Stretto.

Solo 2 miliardi agli alluvionati. E 14 per il Ponte sullo Stretto

Parla di “decisione storica, definitiva, attesa da più di 50 anni” il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, commentando il voto finale sul decreto Ponte sullo Stretto in Senato ribadendo che sarà un’opera green. “Non è il Ponte di Messina, è il Ponte degli italiani”, ha sottolineato il leader leghista. L’aula di Palazzo Madama l’ha approvato con 103 voti favorevoli, 49 contrari e tre astenuti. Con il centrodestra hanno votato sì anche Italia viva e Azione.

Salvini parla di “decisione storica, definitiva, attesa da più di 50 anni” commentando il voto finale sul decreto Ponte sullo Stretto

Nel Def la cifra per il ponte “è intorno ai 14 miliardi, ovviamente sono in corso gli studi aggiornati da parte di società”, ricorda Salvini, ma omette di ricordare che lo stesso Def precisa che al momento le coperture non ci sono. Glielo rammenta il Pd. “Il nostro no è un no al decreto per come è strutturato, per l’assenza di coperture finanziarie, per l’assenza di dibattito pubblico sui territori, perché nei fatti è solo uno spot”, ha dichiarato in Aula il dem Nicola Irto.

La discussione generale a Palazzo Madama in mattinata era cominciata tra le scintille. Ad accendere la miccia era stato Salvini che ha tirato in ballo il Colle per contestare la pregiudiziale di costituzionalità al decreto presentata (e respinta) dalle opposizioni il giorno prima. “Per dubbi e rilievi rivolgersi al Colle”, ha detto Salvini. “Lasci stare il presidente della Repubblica, non lo usi come scudo per le sue scelte politiche”, la replica della senatrice M5S, Barbara Floridia. Che all’Italia servano opere di prevenzione e cura del territorio, più che il Ponte sullo Stretto ce lo testimoniano in questi giorni i danni causati dall’alluvione.

 Ieri, mentre il Senato approvava il decreto, sull’Appennino bolognese crollava un ponte

E in effetti proprio ieri – mentre il Senato approvava il decreto sull’infrastruttura cara alla Lega – sull’Appennino bolognese crollava un ponte. Ma il governo per i danni causati dal maltempo è riuscito solo a scovare due miliardi, peraltro finanziati da coperture incerte, mentre il Ponte ne costerà ben 15. Ma Salvini va dritto per la sua strada. Un ‘opera che “sarà un orgoglio italiano nel mondo”, dice “un risarcimento per calabresi e siciliani” che porterà “100 mila posti di lavoro vero”. Quanto alla scelta di ripartire dal vecchio progetto del 2011, questa – secondo il vicepremier e ministro – “metterà al riparo dai contenziosi miliardari che pendono da anni sulle nostre teste” come ha spiegato anche il ministero in un elenco di Faq pubblicate appena approvato il decreto. Che prevede la possibilità per la società concessionaria e il contraente generale di manifestare la volontà che ciascun contratto riprenda a produrre i propri effetti, a condizione della rinuncia alle azioni legali. Il decreto indica per l’approvazione del progetto esecutivo la data limite del 31 luglio 2024.

Il Ponte di Messina, auspica Salvini, potrebbe essere transitabile nel 2032

Il Ponte sullo Stretto potrebbe essere transitabile nel 2032, nell’auspicio di Salvini, che conta di aprire i cantieri nell’estate del prossimo anno. E se un ordine del giorno del vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli (FdI), approvato a Montecitorio la scorsa settimana, ha sancito che il Ponte deve diventare “simbolo del genio architettonico” italiano e non un copia e incolla di altri ponti e viadotti esistenti in ogni angolo del mondo, Salvini si spinge fino a paragonarsi a Brunelleschi.

“Sarà il ponte a campata unica più lungo al mondo”

“Sarà il ponte a campata unica più lungo al mondo. Anche quando Brunelleschi cominciò il lavoro della Cupola, c’erano perplessità, dubbi, critiche, incertezze”. E visto che “sarà il Ponte di tutti gli italiani” il ministero pensa a un concorso per dargli un nome. Oltre ad aver previsto un piano di comunicazione da 7 milioni fino al 2030. Uno spot lungo sette anni per dirci che l’opera è cosa buona e giusta.