Solo mance di Stato ai poveri e paccate di miliardi per la Difesa

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, difende i piani di investimenti in Parlamento e l'opposizione insorge.

Solo mance di Stato ai poveri e paccate di miliardi per la Difesa

Davanti a una domanda semplice, ci si aspetta una risposta altrettanto snella e chiara. Questo, almeno, sarebbe il normale iter anche – e soprattutto – durante un question time. Ma ieri alla Camera, stando al botta e risposta tra il ministro della Difesa Guido Crosetto e il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni, le cose non sono andate come ci si sarebbe aspettati.

Davanti alla domanda presentata dal leader di Avs sull’entità delle spese per programmi di armamento militare e le relative coperture finanziarie, il ministro ha snocciolato una serie di dati che non hanno convinto l’interrogante al punto che, durante le sue controrepliche, quest’ultimo ha detto chiaro e tondo di non aver capito la risposta del ministro.

L’intervento del ministro della Difesa Crosetto

Parlando delle spese militari, Crosetto ha esordito spiegando che “il bilancio della Difesa italiano quest’anno si attesta all’1,46% e il prossimo anno all’1,43% quindi la lettura di un aumento (delle spese militari ndr) a legislazione vigente non è corretta”. Secondo quanto riferito in Aula “la legge di bilancio 2023 ha allocato stanziamenti per finalità di investimento di circa 6,21 miliardi per il 2023, 6 miliardi per il 2024, 6,2 miliardi per il 2025, in linea con un trend avviato già dai precedenti governi”.

Poi lo stesso ha puntualizzato rivelando che “nella medesima legge di bilancio ci sono stanziamenti che riguardano il ministero delle Imprese e del made in Italy a sostegno finanziario dei programmi del comparto Difesa sviluppati nell’industria nazionale ad elevato contenuto tecnologico pari a circa 1,9 miliardi nel 2023, 2,2 miliardi nel 2024 e 2,5 miliardi nel 2025”. Insomma il governo nega di aver intrapreso un aumento delle spese militari, malgrado anche alcuni enti indipendenti come Milex – l’osservatorio sulle spese militari italiane – sostengano l’esatto opposto.

La controreplica

Quel che è certo è che la risposta del ministro in cui si nega l’aumento, non sembra aver convinto Fratoianni che durante la controreplica ha spiegato che “se davvero come ha annunciato il ministro della Difesa il prossimo anno il nostro Paese non raggiungerà l’aumento al 2% del Pil come richiesto dalla Nato questa è buona notizia, tuttavia devo dire con franchezza che dalla sua risposta alla nostra interrogazione si è capito ben poco”.

“Non si capisce qual è la vostra proposta rispetto ai piani di previsione di spesa futuri, non si capisce quanto proponete di spendere in termini assoluti, e dove intendete prendere le risorse necessarie” ha continuato il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra. Poi l’affondo: “Riteniamo che anche le cifre che il ministro Crosetto ci ha indicato nella sua gentile risposta sono cifre che questo Paese avrebbe bisogno di vedere allocate in tutt’altra posizione: l’Italia vive oggi una condizione di crescente difficoltà economica e sociale che attraversa e si rovescia sulle famiglie italiane. E mentre questo governo, come altri governi che lo hanno preceduto, continua e continuerà ad investire in armamenti, fate di tutto per impedire che il Parlamento metta in campo soluzioni di interventi legislativi in grado di dare fiato e respiro ai lavoratori e alle lavoratrici italiane come avviene in queste ore nella commissione lavoro di Montecitorio sul salario minimo legale”.

Alla luce di tutto ciò, conclude, “non siamo soddisfatti non tanto della sua risposta quanto delle scelte e della direzione di marcia sulla priorità per le spese militari di questo governo che il ministro Crosetto ha confermato“.