Sono pazienti ma non ce la fanno più

di Angelo Perfetti

Chiuso per ferie. Ma non parliamo del negozietto sotto casa, a conduzione familiare, che si prende quei 15 giorni sacrosanti per staccare la spina. Parliamo di ospedali, dunque di sanità pubblica, quella che paghiamo come cittadini con le nostre tasse. Anche quest’anno la scure della spending review unita alla cronica carenza di personale sta per provocare il disastro. Annunciato, peraltro, perché facilmente prevedibile dall’analisi delle bozze di piano ferie che stanno girando negli ospedali di tutta Italia. Dalle carenze dei pronto soccorso alle chiusure delle sale operatorie e alle riduzioni di posti letto negli ospedali: nel carnet dei disservizi annunciati c’è praticamente di tutto. La strada per far fronte all’emergenza è tracciata: chiudere reparti o diminuire i posti letto a causa delle pesanti carenze di personale proprio nel periodo di massimo afflusso di pazienti. “A peggiorare il quadro – spiega il presidente di Assotutela Michel Emi Maritato – è l’aumento di accessi giornalieri di pazienti, soprattutto anziani provati dalle temperature estive. In queste condizioni non resta che chiudere temporaneamente i reparti o accorparli. Ne sanno qualcosa – ad e esempio – i dipendenti dell’ospedale riuniti di Anzio e Nettuno che accorpano Otorinolaringoiatria, Ortopedia e Chirurgia generale tagliando 24 posti letto, il Sant’Andrea che chiude il 25% delle sale operatorie”. In questo modo vanno via il 30% circa nei reparti interessati. Colpito dalla scure della mancanza di personale anche uno dei più grandi ospedali romani, il San Camillo Forlanini: “Il piano ferie prevede l’unione di Chirurgia generale 2 con Maxillo facciale e Chirurgia plastica, di Ginecologia con Ostetricia. Il tutto con una riduzione media in questi reparti”.

Problemi in tutta Italia
L’Asl di Teramo vorrebbe “accorpare” due reparti dell’ospedale civile di Giulianova, Chirurgia e Ortopedia, per recuperare personale infermieristico al fine di permettere la fruizione delle ferie estive. Un problema, quella della carenza di infermieri, che coinvolge inevitabilmente altre realtà abruzzesi. Anche a Cona, in provincia di Ferrara, stessa situazione: i posti letto verranno ridotti per poi essere ripristinati a ottobre. Polemiche anche per il piano ferie al Santa Maria degli Angeli in Friuli, più precisamente nella provincia di Pordenone. Stesse criticità nella Marche, dov’è appena stato presentato il piano ferie per i dipendenti; per il segretario generale Cisl Giuseppe Donati “le ammucchiate di reparti andrebbero evitate”.

Il caso Lazio
Nel Lazio il caos non ci sarà solo a Roma e provincia. Il coordinamento del Comitato in difesa del presidio centro (formato da Agostino Pernarella, Antonio Bernardi, Celestino Genosini e Giovanni Colandrea) si è mobilitato infatti per scongiurare un peggioramento del servizio nei nosocomi di Terracina e Fondi. “Sappiamo che è intenzione del Direttore Sanitario del presidio centro di accorpare il reparto di Ortopedia e di Chirurgia, con la conseguente riduzione dei posti letto. Questo, con il solo scopo di consentire agli infermieri di usufruire delle ferie estive. Se tale decisione dovesse concretizzarsi il disagio dei pazienti che si rivolgessero all’ospedale, andrebbe incontro ad un notevole peggioramento, con la conseguenza che sempre un maggior numero di pazienti, andrebbe incontro a trasferimenti in altri ospedali della provincia e della regione, con conseguente disagio degli stessi, dei familiari e, oltretutto, un maggior utilizzo del servizio di autoambulanza, con tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare”. Il comitato considera perciò “sbagliata” la decisione del Direttore Sanitario e ritiene che l’accorpamento possa essere scongiurato “con la richiesta di deroga alla Regione e la relativa autorizzazione di assunzione personale e una maggiore razionalizzazione del personale esistente”.

Sindacati in guerra
“Una sanità allo sbando, senza nessuna risposta ai lavoratori e ai cittadini”. I segretari generali Cisl Fp Lazio, Roberto Chierchia, e Uil Fpl di Roma e del Lazio, Sandro Bernardini parlano di “punto di non ritorno. Sono tanti, troppi i problemi non risolti che queste organizzazioni sindacali denunciano da tempo e ai quali non si danno risposte”. I sindacati avvertono che “per queste motivazioni, e per l’assoluta mancanza di relazioni sindacali adotteremo tutte le iniziative necessarie”. La mobilitazione generale è ormai a un passo.