Sovranisti da Recovery. Conte strappa in Europa 209 miliardi, ma Salvini rosica e straparla di flop

L’unica voce stonata nel coro di lodi che si alzano, da destra a sinistra, all’indirizzo del premier Giuseppe Conte e della battaglia che ha condotto per aggiudicare all’Italia la fetta più grossa della torta del Recovery fund è, ancora una volta, quella di Matteo Salvini. Il leader della Lega assume una posizione originale anche nello schieramento del centrodestra cui appartiene.  In una conferenza stampa, col responsabile economia del Carroccio Alberto Bagnai, parla dell’accordo raggiunto nel vertice Ue come di “una fregatura grossa come una casa”.

Che più o meno a suo dire funzionerà così: “Sono soldi prestati sulla carta, che arriveranno solo tra un anno, sole se verranno fatte riforme su pensioni, sanità, lavoro. Tradotto: se non ritorni alla riforma Fornero, se non fai una patrimoniale, ti tolgo i soldi”. è una resa – ha aggiunto – “mani e piedi senza condizioni, in Grecia fu alla Troika, qui alla Commissione”. Insomma si tratterebbe di un “supermes” ovvero di “una superfregatura”. In prospettiva c’è, poi, l’incontro delle opposizioni con il premier. “Andremo insieme da Conte a difendere i diritti degli italiani. La Lega sarà il cane da guardia, il santo protettore degli italiani su lavoro, sanità, sicurezza”. Non la pensa così il suo alleato Silvio Berlusconi che, del resto, è da sempre un fan del Mes contrariamente al duo sovranista Salvini-Meloni. “Forza Italia ha votato la Commissione, quindi ha tutto il diritto di essere contenta che il destino dell’Italia non sia nelle mani del governo ma nelle mani della Commissione”, è il commento cattivo di Salvini.

SOLO CONTRO TUTTI. Il leader degli azzurri parla invece di “un compromesso positivo che ha superato le resistenze di alcuni Paesi del Nord e che toglie argomenti ai nemici dell’Europa. Noi – fa notare – avevamo puntato sin dal principio sul Recovery Fund, io personalmente mi sono battuto perché fosse approvato senza cambiamenti di rilievo e in effetti così è accaduto”. Quello che ritorna a chiedere Forza Italia al governo è che l’opposizione sia davvero coinvolta nelle decisioni. E continua a battere sul tasto dolente (per i suoi alleati) del fondo Salva stati: “I tempi lunghi del Recovery fund rendono assolutamente indispensabile utilizzare nel frattempo gli altri strumenti a disposizione a partire dal Mes e dai fondi Sure”. Più prudente del verbo berlusconiano, ma sicuramente su un registro diverso da quello salviniano, è il commento di Giorgia Meloni. Secondo la leader di FdI IL PREMIER Conte è uscito in piedi sebbene l’accordo potesse andare meglio. “Abbiamo votato a Bruxelles per il debito comune, che ha reso possibile il Recovery Fund. Abbiamo tifato per l’Italia in ogni momento. Con la coscienza a posto ora, a negoziato concluso, voglio dire che Conte è uscito in piedi ma poteva e doveva andare meglio. Gli riconosciamo di essersi battuto per contrastare le pretese egoistiche dei Paesi nordici ma il risultato finale purtroppo non è quello che speravamo”.

IN ORDINE SPARSO. Interessante sarà scoprire come si presenteranno all’appuntamento a Palazzo Chigi i tre partiti del centrodestra ovvero se riusciranno a fare una sintesi dei loro diversi manifesti programmatici.