Sovranisti, ma solo a chiacchiere. Salvini e Meloni fanno solo propaganda e poi non votano sui 209 miliardi di euro concessi all’Italia

Sono parole di grande soddisfazione per l’accordo raggiunto sul Next Generation Eu e in generale sulla tenuta delle istituzioni europee in questa drammatica crisi, ma in parte anche amare quelle espresse ieri dalla presidente della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, intervenuta alla plenaria del Parlamento europeo, chiamato a votare una risoluzione di maggioranza sull’esito dei negoziati su Recovery fund e Quadro finanziario pluriennale (Dfp). Ed è proprio su quest’ultimo, la cui dimensione totale concordata durante il Consiglio europeo dei giorni scorsi è stata leggermente ridotta rispetto all’obiettivo iniziale, a far ammettere alla numero uno dell’esecutivo Ue che “Questo quadro finanziario pluriennale è una pillola amara da mandare giù e so che il Parlamento è d’accordo con me su questo. Ma dovremmo fare un passo indietro e ricordare il punto di partenza, siamo riusciti a colmare la lacuna della Brexit”.

In ogni caso la Von der Leyen ha chiesto di non sottovalutare il fatto che ogni intervento è nato per “evitare gli errori del passato”, e che vi è stata una risposta europea forte per il rilancio. “Sappiamo che l’Europa non è uscita dall’impasse, ma siamo arrivati ad un grande spartiacque e l’abbiamo superato rimanendo uniti. Guardate dove siamo arrivati con lo spirito combattivo dell’Europa”, ha ribadito soddisfatta, dando poi garanzie sull’utilizzo dei fondi e sul come verranno spesi. Il Consiglio Europeo, ha detto, “ha preso un chiaro impegno per il rispetto dello Stato di diritto e per proteggere gli interessi finanziari dell’Unione. Non solo lo accolgo con favore, ma la Commissione agirà di conseguenza. La protezione del bilancio e la tutela dello Stato di diritto vanno mano nella mano: dobbiamo intensificare la lotta contro le frodi, con i giusti controlli”. E per farlo, annuncia, sarà messo in campo un progetto specifico: “Creeremo un database, per sapere effettivamente chi sono i beneficiari finali” dei fondi comunitari. In questa fase di controllo, il Parlamento Ue per la Von der Leyen dovrà avere essere centrale. “E’ essenziale che il Parlamento europeo svolga un ruolo cruciale, in qualità di co-legislatore avrà una voce in capitolo sulla struttura dello strumento e sul suo funzionamento”. Non tutti gli europarlamentari italiani però hanno apprezzato quanto raggiunto coi negoziati di Bruxelles, e nonostante il fatto che il nostro Paese sia il primo beneficiario netto degli aiuti stanziati, FdI e Lega hanno pensato bene di astenersi sul voto di approvazione (FI ha invece votato a favore). “Per loro vengono prima i sovranisti dell’Italia”, ha attaccato l’eurodeputata M5S Laura Ferrara. Ancora più duro il presidente del consiglio Ue Charles Michel, che nel suo intervento in aula prima del voto non usa giri di parole e ci va giù pesante: “Ho sentito gli eccessi e le frasi diciamolo un pò miserabili dei partiti estremisti, voi scegliete il ripiegamento su voi stessi, l’odio, la separazione e il rifiuto. Noi scegliamo la tolleranza, l’apertura e l’unità. Un giorno triste per voi, ed un giorno felice per l’Europa e per gli europei”.