Spesa pubblica fuori controllo. I dipendenti regionali sono un vero carrozzone. Un impiegato della Regione costa in media 54mila euro l’anno. Uno del Comune solo 37mila

I costi mastodontici delle Regioni italiane passano anche per il costo abnorme dei dipendenti. Il costo medio di un dipendente regionale è di 54 mila euro, mentre quello di un dipendente comunale ammonta a 37 mila euro. Il costo di un dipendente ministeriale è invece di 44 mila euro e, infine, un dipendente provinciale costa mediamente 41 mila euro. Il calcolo è stato fatto dall’Istituto per la finanza e l’economia locale dell’Anci (Ifel) e i dati vengono fuori dalla ristrutturazione della spesa per il personale operata dai Comuni alle prese con i tagli della spending review.

IL SALASSO
Secondo l’Ifel la spending review imposta ai Comuni ha avuto effetti deleteri come il taglio alla spesa per gli investimenti di oltre il 23%. Andando a ricadere sui cittadino attraverso il taglio di spese essenziali. Ma tagli hanno interessato anche la spesa per il personale che è stato ridotto all’osso, con ben 53 mila unità in meno che corrisponde a un -11,1%.

I VERI SACRIFICATI
L’analisi Ifel dimostra che sono i Comuni ad aver pagato veramente gli effetti della spending review. Non le Regioni dove i tagli sarebbero stati soltanto marginali. I dati aggregati evidenziano che tra il 2011 e 2015 i tagli ai Comuni sono ammontati a 12,3 miliardi di euro, il 19,7% della spesa corrente primaria del comparto nell’anno 2010. A valori costanti (2010), infatti, secondo l’analisi effettuata, la spesa totale dei Comuni, al netto degli interessi, scende di 15 punti, mentre la spesa della Pubblica amministrazione soltanto di 5 punti. Una disparità senza precedenti.