Spese militari, le destre non ci mettono la faccia

La Lega si dice contro ma ha già detto sì al target della Nato. Tre dem intanto votano contro le mozioni M5S e Avs

Spese militari, le destre non ci mettono la faccia

Il governo non ha avuto il coraggio nemmeno di metterci la faccia. Nell’Aula della Camera ieri pomeriggio sono andate al voto le mozioni sull’aumento delle spese militari. Il centrosinistra è arrivato in ordine sparso. Cinque mozioni, una per partito: M5S, Pd, Avs, Iv e Azione. Il centrodestra invece non ha presentato nessun testo.

Il governo non presenta testi sull’aumento delle spese militari per evitare spaccature

Dopo aver benedetto il piano di riarmo di Ursula von der Leyen da 800 miliardi di euro e aver detto sì all’obiettivo Nato di portare le spese militari al 5% del Pil, il governo non ha avuto la decenza di presentarsi con un testo: né unitario né dei singoli partiti. E questo per evitare contrasti data la posizione della Lega finto-pacifista. E già, finto- pacifista.

Ma la Lega ha già detto sì agli obiettivi Nato

Se la Lega voterà le mozioni di M5s e Avs contro l’aumento delle spese militari? “Assolutamente no, anche perché le due mozioni di M5s e Avs di fatto chiedono di rompere l’accordo preso tra i paesi Nato, di non arrivare al 5% delle spese militari” a cui “noi non siamo contrari. Noi vogliamo essere saldamente legati all’Alleanza, queste mozioni” sostanzialmente “chiedono di uscire dalla Nato. La discussione che stiamo facendo al nostro interno è come declinare queste spese militari. Ad esempio, noi vorremmo fossero anche a tutela della sicurezza interna”, ha spiegato il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari.

Peccato che gli Usa abbiano già detto no a trucchetti contabili per rientrare nei target Nato, quale voleva essere quello della Lega di far passare le spese per il Ponte sullo Stretto come spese militari. “La verità è che la maggioranza ha scelto di non presentare una mozione e di fuggire dal confronto democratico. È un atto gravissimo che calpesta il ruolo del Parlamento, considerato da questo governo come una zavorra”, ha detto Angelo Bonelli di Avs.

Tre dem votano contro le mozioni di M5S e Avs contrarie allo shopping militare

“Non c’è una mozione del centrodestra” sulle spese militari “perché sono divisi sulla politica estera. E questo danneggia il nostro Paese”, ha detto Elly Schlein. Che peraltro deve fare i conti con i problemi che ha a casa sua. Tre deputati dem, Lorenzo Guerini, Marianna Madia e Lia Quartapelle, non hanno seguito la linea di astensione del Pd sulle mozioni di M5s e Avs contro l’aumento delle spese per la difesa e hanno votato no.

Madia ha anche votato a favore del documento di Iv che prevedeva, invece, la formula “un euro in spesa militare, un euro in cultura” (l’indicazione del Pd era di astenersi). I tre non avrebbero partecipato alla votazione sul documento di Azione, su cui il Pd aveva indicato voto contrario.