Spese militari, l’Italia accelera: una mini-manovra da 3,5 miliardi per l’acquisto di armi

La maggioranza accelera sulle spese militari, con una mini-manovra consistente in quattro decreti da 3,5 miliardi complessivi.

Spese militari, l’Italia accelera: una mini-manovra da 3,5 miliardi per l’acquisto di armi

Mentre l’esame della Manovra è arenato in commissione, con gli scontri interni alla maggioranza a farla da protagonista, la maggioranza accelera su quella che può essere definita come una mini-manovra parallela. E che riguarda le spese militari. Per la difesa, a quanto pare, i soldi si trovano sempre.

Secondo quanto riporta la Repubblica, sono infatti approdati in Parlamento quattro decreti urgenti, su cui le commissioni dovranno esprimere il loro parere entro il 12 gennaio. Si tratta di provvedimenti che prevedono il finanziamento di programmi di spesa per gli acquisti militari: droni, navi e sottomarini militari. 

La cifra complessiva stanziata è di 3,5 miliardi: si tratta di risorse già messe in campo dal governo. Parliamo di un importo rilevante, se si pensa che la Manovra presentata dal governo si limita a 18 miliardi. Legge di Bilancio in cui la difesa è stata solo apparentemente esclusa, perché in realtà gli stanziamenti per lo shopping militare rientrano o rientreranno in altre voci di spesa. 

Per le spese militari i soldi ci sono sempre: cosa acquisterà l’Italia per la difesa

Il primo decreto, dal valore di 100 milioni, riguarda la seconda fase degli acquisti per la marina militare. Serve di fatto ad armare le navi e per vendere questi equipaggiamenti a terzi, puntando sull’export verso Qatar, Algeria, Egitto e Singapore.

Molto più corposo il secondo programma che prevede 2,5 miliardi per l’ammodernamento e l’acquisto di unità navali di tipo Fremm, ovvero fregate di pattugliamento e difesa. In questo caso parliamo di un progetto di cooperazione con la Francia per costruire fregate di nuova generazione. 

Il terzo decreto è invece da 360 milioni e prevede di destinare questa cifra all’ammodernamento dei sottomarini: si tratta di una prima parte di un progetto che complessivamente vale 770 milioni. In quest’ultimo caso non viene definito a quali industrie si rivolge il programma, se italiane, europee o extra-europee. 

A questi decreti si aggiunge un programma da 600 milioni per coprire gli interventi, da qui al 2038, dell’aeronautica militare per aerei a pilotaggio remoto. In questo si tratta di componenti da acquistare attraverso un accordo con il governo statunitense. Complessivamente parliamo quindi di quattro decreti per una spesa complessiva di 3,5 miliardi, da valutare entro il 12 gennaio. Con il pressing del ministero, che vuole un parere al più presto.