Sprecopoli, la Camera spende 6 milioni l’anno in bollette. Luce, gas e acqua costano a Montecitorio quanto un comune di 120.000 abitanti. Alla faccia della spending review

Da una parte i cittadini comuni, affannati a tagliare ogni costo,a  stringere la cinghia su tutto e a rivedere continuamente i propri concetti di ‘essenziale’ e ‘superfluo’; dall’altra la casta, che di rivedere le proprie (pessime) abitudini non vuole saperne un bel niente. È la solita storia, il conflitto fra la moltitudine vessata e l’élite di vessatori, che scrive solo un nuovo atto di un’epopea senza inizio né fine. I consumatori si barcamenano, diventano più accorti, pongono le tariffe Illumia a confronto con quelle di Enel o Eni per individuare i pacchetti più vantaggiosi, ottimizzano l’utilizzo dei caloriferi, indossano due pigiami uno sull’altro per evitare di far lievitare le bollette. I salotti buoni si fanno vento con miloni di bigliettoni. Dei contribuenti. Nostri.

Tra bollette di luce, gas e acqua, la Camera dei Deputati spende oltre 6 milioni di euro l’anno. Per dare un’idea della mole di sprechi pubblici, è lo stesso ammontare versato dall’intera amministrazione di Latina, provincia da 120.000 abitanti a 70 km dalla Capitale. In particolare, si spendono 4 milioni e 800 mila euro per l’elettricità, 1 milione per il gas, 275 mila per l’acqua, a cui vanno sommate le spese di manutenzione, pari a 2 milioni e mezzo l’anno. In tutto fanno oltre 8 milioni e mezzo di euro, che per un Paese come il nostro sono bruscolini, ma non è quello il punto.

Riccardo Fraccaro, Deputato del MoVimento 5 Stelle, ha lanciato la proposta: porre in essere un “Comitato Verde” che passi al setaccio gli sprechi pubblici e realizzi un piano di consumo più accorto e responsabile, tamponando un’emorragia di liquidi forse non particolarmente rilevante sotto il profilo economico, ma estremamente fastidiosa, simbolica e, soprattutto, evitabile. Proposta approvata all’unanimità. E vorrei vedere.

Un’impresa doverosa, ma non semplice, come non ha mancato di sottolineare lo stesso fautore dell’iniziativa, che ha sottolineato: “a causa di impianti fatiscenti, tecnologie datate e sistemi di alimentazione energivori, Palazzo Montecitorio spende circa 30 milioni di euro in ogni legislatura per i soli costi di luce, acqua e gas. Un salasso insostenibile”.

L’obiettivo dichiarato è quello di trasformare Montecitorio in un esempio di virtuosismo energetico, provvedendo all’effcientamento delle risorse e all’abbattimento degli sprechi pubblici. Quello più a breve termine (e realistico) consiste quantomeno nel ridurre i costi, eliminando le spese superflue (sempre tenendo conto la soggettività del termine). Speriamo solo che si possa vedere qualche risultato, se non altro come dimostrazione di rispetto per i cittadini, che anche col doppio pigiama rabbrividiscono sempre più. Di rabbia.