Stadio di San Siro, scontro Sala-maggioranza sulla vendita. Il sindaco punta a chiudere entro il 30 luglio, ma i club hanno detto no a tutte le richieste del Consiglio

Tensioni a Palazzo Marino sulla vendita di San Siro. Sala accelera, ma la maggioranza inizia a scricchiolare. E spera nello stop del Tar

Stadio di San Siro, scontro Sala-maggioranza sulla vendita. Il sindaco punta a chiudere entro il 30 luglio, ma i club hanno detto no a tutte le richieste del Consiglio

Ha fretta di chiudere l’affare San Siro il sindaco Beppe Sala. Una fretta del diavolo, che inizia però a cozzare con la sua stessa – e fino a oggi granitica – maggioranza. Ne è testimonianza la burrascosa riunione avvenuta ieri a Palazzo Marino: da una parte il Sindaco, che spiegava lo stato dell’arte della trattativa e le sue mosse per alienare stadio e aree adiacenti ai fondi di investimento speculativi che controllano Milan e Inter entro fine mese; dall’altro alcuni capi-gruppo della sua maggioranza (il verde Enrico Fedreghini, contrario alla vendita, non è stato “invitato”, uno sgarbo istituzionale inaudito), che chiedeva spiegazioni sui punti “caldi”. Senza ottenerle.

La marcia forzata di Sala

Partiamo dai piani di Sala, che vorrebbe concludere la trattativa entro domani, per poi portate lunedì prossimo in Giunta la vendita e quindi andare in Consiglio: due commissioni per presentare la delibera e poi la trasmissione all’aula, chiamata a dare il proprio “sì” entro fine luglio.

Una marcia forzata che potrebbe non andare in porto. I numeri, infatti, sono a rischio, prima perché siamo in estate e non tutti i consiglieri saranno presenti in aula. Poi, perché la compattezza su un’operazione delicata come la cessione (secondo molti, sotto-costo, già finita nel faro di procura e Corte dei conti) di un bene come il Meazza inizia a scricchiolare.

No di Milan e Inter a tutte le richieste del Consiglio comunale

Anche perché i club, cioè i fondi di investimento, avrebbero risposto picche a tutte le richieste del Comune: il verde -che secondo gli accordi dovrà occupare il 50% dell’area – sarà verde vero, cioè alberi, solo sul 18% della superficie. Il restante 32% saranno prati pensili sui tetti e balconi; l’anidride carbonica creata dallo smantellamento del Meazza e dalla costruzione del nuovo stadio sarà compensata con l’acquisto all’estero di crediti di carbonio, ovvero saranno piantati degli alberi in Sud America, mentre i milanesi si terranno il Pm10. Inoltre i 40 milioni promessi – oltre agli oneri urbanistici – per gli abitanti del quartiere San Siro, non ci sono.

Il terziario di lusso vendibile immediatamente

Ci saranno, invece, i fondi per il rifacimento del tunnel Patroclo, che serve solo e unicamente ai club. Infine, cosa non meno importante, anzi, il sindaco ha confermato che la quota di funzioni commerciali-terziarie (che costituiscono il 70% dell’intervento urbanistico complessivo) potranno essere vendute immediatamente.

Il Pd tra incudine e martello inizia a scricchiolare

Insomma, ce n’è abbastanza per far tergiversare anche il più fedele sostenitore del sindaco, a partire dal Partito democratico, costretto ad assecondare il primo cittadino, ma non ad arrivare a un tale suicidio politico.

I dubbi di dem e Verdi

“Ci è stata illustrata la logica della legge sugli stadi – ha spiegato il capogruppo dei Verdi, Tommaso Gorini – ma noi non la condividiamo per quanto riguarda il tipo di verde. In aula la nostra posizione resterà quindi quella coerente, quella che è sempre stata, cioè che questo percorso non è la scelta giusta per la città”.

“Quello col sindaco è stato un incontro interlocutorio in cui si sono approfonditi vari aspetti della trattativa, che non è ancora conclusa – ha spiegato la capogruppo Pd Beatrice Uguccioni -. Abbiamo come Pd sottolineato la necessità che ci siano ricadute importanti sul quartiere, con risorse adeguate”.

Uguccioni ha poi osservato che “non è il momento migliore” per affrontare questo atto perché “siamo in fase di discussione di assestamento di bilancio, vedremo se si riesce a chiudere il tutto entro la fine del mese, faremo di tutto per portare i documenti in consiglio nei tempi previsti”.

E Sala s’arrabbia e abbandona la riunione

Comprensibile quindi l’arrabbiatura di Sala di ieri, che, non avendo incassato un via libera in bianco, ha abbandonato la riunione, sbattendo la porta e lasciando soli i capigruppo a discutere su come uscire da questo pasticcio, senza perdere politicamente la faccia.

Il sindaco preoccupato per i bilanci dei club…

E mentre loro discutevano, il sindaco parlava con la stampa: la trattativa coi club “procede, è chiaro che nessuno vuole regalare nulla a nessuno. È chiaro che le squadre hanno i loro interessi” e “le squadre devono tornare con i conti. Penso e spero che possiamo arrivarci ma siamo ancora in trattativa”, spiegava infatti il sindaco.

Aggiungendo a proposito delle trattative che “sarebbe meglio (accordarsi, ndr) entro il 31 luglio, ma dipende se riusciamo a chiudere”. “Confermo la volontà di passare per il Consiglio comunale”, ha poi precisato. “Intenzionalmente c’è la volontà di procedere però ci sono ancora una serie di questioni su cui si sta lavorando, garanzie, ecc… Non so fare una valutazione, spero che si risolva a breve, nei prossimi giorni”, ha continuato.

“È chiaro che oggi è molto difficile far tutto, c’è una volontà a volte della politica, nel mio caso c’è, di andar avanti, ma ci sono tanti ostacoli”, ha precisato, “Sono solo preoccupato del fatto che riusciamo a trovare un accordo che deve essere di mutuo interesse”. E a chi chiedeva se la trattativa confermerà i paletti stabiliti dal Consiglio Sala ha risposto: “C’è la possibilità di confermare, poi bisogna anche intendersi sullo sviluppo pratico delle cose. Per esempio qualche consigliere dice: ‘Va bene, però oggi vendiamo un prezzo che è verificato da Agenzia delle Entrate e università, e se poi vedessero e ottenessero un extra profitto in tempi brevi? Perché non ci facciamo riconoscere un ritorno?’ Su questo stiamo discutendo. Lo stiamo facendo per andare a soddisfare le richieste del Consiglio, anche sulla tematica del verde”.

Oggi l’udienza al Tar sul secondo anello

Intanto per oggi è in programma l’udienza al Tar sulla sospensiva della vendita richiesta dal Comitato Sì Meazza, per il vincolo culturale sul secondo anello dello stadio. Qualora il Tribunale amministrativo dovesse accogliere la sospensiva, la cessione sarebbe fortemente a rischio. E sono in molti, anche tra i consiglieri di maggioranza, che in segreto sperano in uno stop dei giudici. Per togliersi le castagne dal fuoco.