Era l’appuntamento più atteso, ma è stato offuscato dall’esplosione dello scandalo urbanistica. Ieri infatti il Tar era chiamato a decidere sulla sospensiva richiesta dai comitati sulla vendita di San Siro e delle aree limitrofe a Inter e Milan per realizzare il nuovo stadio per 197 milioni di euro. Sospensiva negata dai giudici. La buona notizia che il sindaco Sala aspettava per poter chiudere la vendita entro il 31 luglio.
L’orientamento dei giudici
Ora il Tar andrà al giudizio di merito, ma già nel parere con cui ha bocciato la richiesta di sospensiva il suo orientamento appare chiaro. I giudici scrivono infatti che “non emergono profili che possano indurre ad una ragionevole previsione favorevole ai ricorrenti dell’esito del ricorso” e che “ci sono seri dubbi sulla ammissibilità dei ricorsi”.
I comitati miravano a ottenere l’annullamento della delibera sul bando pubblico per la vendita dello stadio e del parere della Soprintendenza sul vincolo di tutela del secondo anello dello stadio, che secondo gli atti ufficiali delle Belle arti, è da fare risalire a partire dal 10 novembre del 1955, quindi scatterà a novembre. I giudici del Tar, nel loro parere, dichiarano legittime le valutazioni della Soprintendenza, adottate dal Comune e anche dal ministero della Cultura.
Ma il comitato Sì Meazza non si arrende
Ma il Comitato Sì Meazza non si arrende: “Appare fuori luogo parlare di via libera alla compravendita e alla demolizione di San Siro – sottolinea Luigi Corbani che ha presentato i ricorsi – essendo ancora in piedi non solo la vicenda davanti al Tar, ma anche alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica e all’Anac”. “E poi quelli delle ‘mani su San Siro’ farebbero bene a chiedersi se dal punto di vista politico e amministrativo rimarrà ancora in piedi l’affare San Siro dopo la tempesta giudiziaria che si è abbattuta su Palazzo Marino – ha aggiunto Corbani – e che ha investito il dirigente responsabile del procedimento dal 2019 al 2021, divenuto poi assessore con competenza sul compendio immobiliare Ambito Gfu San Siro, per nomina del sindaco Sala”. “Le sentenze spettano solo alla magistratura, ma la politica ha il dovere di porsi domande e dubbi su tutta la vicenda urbanistica di San Siro”, ha concluso.
L’avvocato Dini: “Prendiamo atto e valuteremo”
“Prendiamo atto che il Tar non ha sospeso il procedimento, per chiarire la decorrenza del vincolo”, commenta l’avvocato Veronica Dini, “A questo punto la decisine di procedere o meno alla vendita a luglio, sta e resta nel Comune e nelle società. Se decideranno di ignorare il problema e le nostre contestazioni, valuteremo, ex post, gli effetti della vendita, che potrà essere dichiarata nulla se si accerterà che – oltre alla presenza inoppugnabile del vincolo sull’archivio esposto – anche il vincolo architettonico è già scattato, e che, comunque, dovrà fare i conti con il fatto che, al più, lo stadio sarà vincolato a partire da settembre o novembre”.
Intanto i Verdi si sfilano: “Fermare la vendita dello stadio”
Ma, se a fino a due giorni fa, la questione vincolo appariva dirimente per il futuro dello stadio, da ieri le cose sono cambiate. Con l’esplosione dell’ultima inchiesta sull’Urbanistica e la richiesta di arresti per l’assessore alla rigenerazione Tancredi, ovvero colui che ha gestito l’intera operazione San Siro con Sala, ogni maxi-operazione potrebbe (o dovrebbe) fermarsi. Compresa la delibera che il sindaco intendeva firmare oggi e portare in Consiglio lunedì sulla vendita. L’iter dell’alienazione, che già aveva fatto storcere il naso ai consiglieri del Pd e dei verdi la scorsa settimana, dopo il rifiuto delle squadre di riconoscere le richieste del Consiglio comunale, appare ora molto più che in forse.
“Le notizie apprese questa mattina in merito alle disposizioni della Procura della Repubblica ci preoccupano profondamente”, si legge in una nota dei consiglieri di Europa Verde Tommaso Gorini e Francesca Cucchiara, che chiedono di “fermare la vendita dello stadio di San Siro”. “Vista la gravità e la delicatezza della situazione, riteniamo necessario fare chiarezza e sospendere l’iter di approvazione di alcuni progetti strategici, a partire dalla vendita dello stadio di San Siro”.