Staff e consulenti costano caro: più spese per i Gruppi alla Camera. Aumentano i contributi per i partiti così come le uscite

Finanziati con oltre 30 milioni di euro dalla Camera dei deputati, i gruppi parlamentari a Montecitorio nell’ultimo anno hanno ottenuto maggiori contributi, ma di media speso di più soprattutto sul personale dipendente e sui consulenti. Con il risultato che pur chiudendo tutti in attivo l’avanzo è andato assottigliandosi negli ultimi 12 mesi. Un quadro che emerge dai rendiconti approvati dai vari gruppi e dagli organi di revisione e trasmessi al presidente della Camera, Roberto Fico.

LA MAGGIORANZA. Andando alle forze che sostengono il Governo, visto il numero di parlamentari, il gruppo che ha ottenuto maggiori risorse da Montecitorio è quello del Movimento 5 Stelle: 9,1 milioni di euro a fronte del 7,2 milioni incassati nel 2018. Il 26% in più. I pentastellati hanno speso oltre 32mila euro in apparecchiature tecniche. Comunicare costa e ha bisogno di mezzi. Hanno quindi acquistato macchinari per riprese video, montaggi e streaming. La liquidità del gruppo è quindi passata dai 3,8 milioni registrati alla fine del 2018 ai 6,8 milioni della fine del 2019. E sono cresciuti pure i debiti, a partire da quelli verso i fornitori, quelli tributari, e quelli verso gli enti previdenziali e assicurativi: da quasi 600mila euro a oltre 710mila euro. Così come i costi per il personale, che erano di 2,7 milioni nel 2018 e sono 4,1 milioni alla fine del 2019. Le spese per le collaborazioni sono passate da quasi 989mila euro a un milione e mezzo. Denaro investito, tra l’altro, in 39 addetti alla comunicazione, una società specializzata nell’organizzazione di campagne di comunicazione social e indagini demoscopiche per verificare l’impatto sull’opinione pubblica delle proposte e delle iniziative legislative presentate dal gruppo. Chiudendo l’esercizio con un avanzo, come specificato dal tesoriere Francesco Silvestri, di 2,7 milioni di euro. Il Pd invece, alla fine del 2019, ha visto crescere il proprio attivo da 1,2 a 2,9 milioni, diminuire i debiti da 792mila a 534.500 euro, aumentare le spese per i dipendenti da 3,3 a 4,7 milioni, ma diminuire quelle per i collaboratori da oltre 40mila euro a quasi 36mila. Il contributo? Aumentato da 4,2 a 5,1 milioni di euro. Con un avanzo registrato dal tesoriere Andrea De Maria di 189.210 euro. Passando quindi a Italia viva, la liquidità alla fine del 2019 era di oltre 224mila euro, i debiti di oltre 64mila euro, i costi per il personale di 129.967 euro e per i collaboratori di soli 28.715 euro. Un partito che ha ottenuto contributi per 321.855 euro e ha chiuso il bilancio firmato dal tesoriere Mauro Del Barba con un avanzo di 156.565 euro. Leu, infine, ha ottenuto 796.724 euro a fronte dei 586mila del 2018, aumentato le spese per il personale, da 318mila a quasi 550mila euro, e per i collaboratori, da 63mila a 95mila euro, chiudendo con un avanzo di soli 10.196 euro, mentre nell’anno precedentre era stato di oltre 100mila euro.

L’OPPOSIZIONE

Per quanto riguarda i sovranisti e in genere le diverse forze di opposizione al governo di Giuseppe Conte, la Lega ha ottenuto un contributo di 5,4 milioni di euro, mentre nel 2018 era stato di soli 4,2 milioni. Ha visto crescere la la propria liquidità da 3 milioni a 4,9 milioni, i debiti da 238.887 euro a 421.438 euro, i costi per il personale dipendente da 1,9 milioni a 2 milioni di euro, e aumentare di un milione di euro le spese per le collaborazioni. L’avanzo indicato dal tesoriere Massimiliano Capitanio è stato così di un milione e mezzo. Forza Italia, con una liquidità cresciuta da 1,7 a 2,3 milioni, ha ricevuto da Montecitorio 5 milioni di euro di contributi. Il gruppo azzurro ha aumentato il proprio debito, toccando quota 788mila euro, ha registrato 3 milioni e mezzo di euro di spese per il personale dipendente e 290.774 euro per i collaboratori. L’avanzo, indicato dal tesoriere Lorena Milanato, è di quasi 390mila euro. FdI ha visto aumentare il contributo dalla Camera da 12 a 1,6 milioni di euro e i costi passare da 700mila euro a 1,3 milioni. Le spese per il personale sono passate da 637.576 euro a un milione e per i collaboratori da 37.146 euro a 103.177 euro. Il tesoriere Riccardo Zucconi ha quindi indicato una crescita delle passività, da 661.446 euro a 964.980 euro e l’esercizio è stato chiuso con un avanzo di 229.739 euro, neppure la metà dell’anno precedente. Infine il gruppo misto, che ha ottenuto 3,1 milioni di contributi, un milione in più del 2018, ha chiuso l’esercizio con una liquidità di quasi 670mila euro, debiti diminuiti a 356.823 euro, costi per il personale aumentati da un milione a un milione e mezzo, collaborazioni da 109mila a 187mila euro e registrato un avanzo di appena 6.949 euro.