Stalle distrutte e allevatori abbandondati: freddo e terremoto infliggono un altro colpo all’economia italiana

Il dramma del terremoto, unito all'emergenza freddo, ha inflitto un altro duro colpo all'economia di molti Comuni del Centro Italia. Crollate le stalle.

Il dramma del terremoto, unito all’emergenza freddo, ha inflitto un altro duro colpo all’economia di molti Comuni del Centro Italia dove migliaia di persone vivono di agricoltura e pastorizia, offrendo prodotti tipici che rappresentano la spina dorsale del Made in Italy alimentare. E così migliaia di persone fanno i conti con stalle crollate e animali schiacciati o uccisi dal freddo.

“Sono circa tremila le aziende agricole e le stalle sepolte dalla neve nelle aree colpite dal terremoto dove si contano casi di isolamento, nuovi crolli, decine di mucche e pecore morte e ferite, difficoltà per garantire l’alimentazione degli animali ma anche per le consegne con tonnellate di latte che da giorni si è costretti a gettare”, ha denunciato la Coldiretti.

Parole che fanno il paio con l’allarme lanciato da Costantino Poggi, allevatore di Amatrice, ai microfoni di ECG, trasmissione di Radio Cusano Campus. “La situazione è tragica. Siamo in una piccola frazione di Amatrice, bloccati da cinque giorni sotto una coltre di quasi 2,5 metri di neve. Abbiamo mura di neve attorno e non riusciamo ad uscire. Lanciamo appelli da cinque giorni, ma le nostre grida d’aiuto restano inascoltate”. E ancora: “Gli animali stanno morendo di freddo e di fame, non mangiano da cinque giorni, i cavalli sono dispersi, non li troviamo da quattro giorni, il fieno è sepolto dalla neve. Stiamo urlando da cinque giorni per avere qualcuno che ci aiuti ma ancora non abbiamo visto nessuno”.

In questo senso i numeri aiutano a comprendere il quadro della situazione: “Appena il 15% delle strutture di protezione degli animali sonostate completate fino ad ora e gli allevatori non sanno ancora dove ricoverare mucche, maiali e pecore, costretti al freddo, con il rischio di ammalarsi e morire, o nelle strutture pericolanti che stanno cedendo sotto il peso della neve e delle nuove scosse”.