Stati Generali M5S. Di Maio, Fico, Di Battista & C. Ecco la carica dei 30 oratori. Al voto su Rousseau oltre 26mila iscritti. Tra i big pure Taverna, Azzolina e Toninelli

Come era facile prevedere i big candidati a intervenire nella giornata conclusiva degli Stati generali – che si terrà rigorosamente on line – l’hanno spuntata. Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Paola Taverna, Stefano Buffagni, faranno parte del gruppo dei 30 relatori che interverranno domenica prossima al dibattito pubblico che seguirà i tavoli di lavoro nazionali cui parteciperanno 305 delegati indicati dagli oltre 8mila iscritti che hanno preso parte alle prime settimane di confronto a livello locale. Ma “fuori sacco” si registreranno altri interventi di peso. Il premier Giuseppe Conte ha acconsentito a prendere parte per un saluto alla giornata conclusiva. Che verrà comunque aperta dal reggente Vito Crimi, a cui seguirà il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Si attende con ansia, e ci sarà, anche Beppe Grillo. Non previsto invece Davide Casaleggio.

Si è conclusa ieri la consultazione su Rousseau attraverso la quale gli iscritti hanno potuto scegliere tra 978 candidati i magnifici 30. Sono stati 26.365 coloro che hanno partecipato al voto esprimendo complessivamente un totale di 57.172 preferenze. Un processo durato una settimana. Dei 30 candidati più votati 21 sono uomini e 9 donne, suddivisi in 11 deputati, 4 senatori, 1 parlamentare europeo e 1 consigliere regionale, 5 consiglieri comunali, 1 consigliere municipale e 7 attivisti. Tra questi ultimi figurano 2 facilitatori del team del Futuro e un referente della piattaforma Rousseau. La regione più rappresentata è la Campania seguita dalla Lombardia e dal Lazio. Su decisione del capo politico sono stati resi noti esclusivamente i 30 candidati più votati, in ordine alfabetico e senza indicazione delle preferenze. I risultati e la relativa certificazione del voto completo, quindi di tutte le preferenze espresse, saranno pubblicati dopo l’elezione dell’organo di direzione del M5S.

Nell’elenco dei 30 troviamo, appunto, i volti noti del ministro degli Esteri ed ex capo politico Di Maio, dell’ex deputato Di Battista, del ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, del presidente della Camera Fico, della vicepresidente del Senato Taverna, del viceministro dello Sviluppo economico Buffagni, del sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano e di quello alla Difesa Angelo Tofalo. E, ancora, tre ex ministri del governo Conte I: Danilo Toninelli che era alla guida del dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Giulia Grillo e Elisabetta Trenta, rispettivamente ex numero uno alla Salute e alla Difesa. Hanno conquistato il palco anche i deputati Luigi Gallo, ex presidente della commissione Cultura, l’avellinese Michele Gubitosa, l’abruzzese Daniela Torto e il più giovane eletto di Montecitorio della XVIII legislatura Luigi Iovino, classe 1993. Parola anche alla senatrice messinese Barbara Floridia, al collega Vincenzo Presutto, attuale relatore del decreto Ristori. E all’europarlamentare Dino Giarrusso.

Nella lista compare un consigliere regionale: la dibattistiana Antonella Laricchia (Puglia) che ha perso la sfida con Michele Emiliano per la presidenza della Regione. E un gruppo di consiglieri comunali: Matteo Brambilla, ingegnere originario di Monza, capogruppo al consiglio di Napoli, dibattistiano di ferro; Alessandro Caramiello al consiglio di Portici; Gianluca Corrado, portavoce M5S in consiglio comunale a Milano, Paolo Ferrara a Roma Capitale; Roberto Ferrara al comune di Alghero. E un consigliere municipale: Alessandra Gianotti del municipio 9 di Milano. Tra gli attivisti meno noti troviamo l’ex consigliere regionale della Puglia Antonio Salvatore Trevisi; l’ex parlamentare Paolo Bernini (animalista, ambientalista, “vegano e antispecista” come si definisce sul suo profilo Facebook); Crescenzo Muto, consulente tributario e attivista in Campania; Elena Mazzoni, attivista emiliano-romagnola; Andrea Quartini, ex consigliere regionale in Toscana, medico, esperto nell’ambito delle tossicodipendenze. Tanta la carne al fuoco: la regola dei due mandati che i duri e puri intendono confermare (in linea a quanto pare con l’orientamento che arriva dai territori), il tema delle alleanze, la leadership, e il futuro della piattaforma Rousseau.