Statuto M5S, Conte stravince ma già pesa la minaccia di nuovi ricorsi sul voto

Approvata la versione di Conte dello statuto M5S. Ma già incombe la minaccia di nuovi ricorsi dall’avvocato Lorenzo Borrè.

Statuto M5S, Conte stravince ma già pesa la minaccia di nuovi ricorsi sul voto

La proposta di Conte sullo statuto del M5S è salva. La prima convocazione dell’assemblea aveva ottenuto la partecipazione di 34 mila votanti, insufficiente a raggiungere il quorum richiesto di circa 65 mila iscritti. La seconda convocazione (avvenuta l’11 marzo) non richiedeva, invece, il quorum ma la maggioranza semplice. Hanno partecipato al voto 38.735 iscritti. Hanno votato sì 35.514 (pari al 91,68 %) al primo quesito, e 35.176 (90,81 %) sì al secondo.

Statuto M5S, i quesiti della votazione

Già, perché la votazione sullo statuto del M5S ha chiamato gli iscritti a esprimersi su due ordini del giorno, il primo dei quali li interrogava sulla ripetizione della votazione dello scorso agosto con le stesse limitazioni che escludevano gli iscritti da meno di sei mesi.

Questa volta, però, si faceva esplicito riferimento alla disposizione al Regolamento adottato dal Comitato di Garanzia l’8 novembre 2018, che prevede questa esclusione di iscritti “junior”, causa della sospensiva disposta dal Tribunale di Napoli.

Il secondo ordine del giorno chiedeva il voto sullo Statuto del M5S corretto secondo le richieste della Commissione di garanzia e, anche, dei rilievi, circa una cinquantina, arrivati dagli iscritti: “Un grande momento di partecipazione democratica. Di questo prezioso contributo è stato tenuto conto e per tale motivo sono state apportate ulteriori piccole integrazioni” allo Statuto, ha fatto sapere il M5S.

Sulla proposta di Conte già pesa la minaccia di nuovi ricorsi

Ma il via libera ottenuto l’11 marzo non mette al riparo il M5S da nuove paludi legali. Alla vigilia della seconda votazione l’avvocato Lorenzo Borrè, che ha portato il M5S in Tribunale, si dice sicuro che le modifiche “saranno sicuramente approvate, ma considerati i vizi che le minano e ne predicono l’annullamento, mi domando: che senso ha tutto questo?”.

Dopo aver ironizzato sul fatto di aver ricevuto anche lui l’invito a votare (“Nella difficoltà non si butta via niente…”) pone un altro interrogativo che potrebbe essere foriero di nuovi ricorsi: “Diverse persone, tra cui alcuni amici, che dichiarano di non essere più iscritte al partito, mi segnalano di aver ricevuto una comunicazione con invito a votare… Che sta succedendo?”.

L’argomento, quello dei dati degli iscritti, è infatti l’oggetto di quella che potrebbe essere la nuova offensiva legale al M5S, cavalcata anche da Rousseau: un esposto alla procura e al Garante della Privacy sul trattamento dei dati degli iscritti.

Il pasticcio sullo statuto del M5S crea un problema di simboli

Il pasticcio legale sullo Statuto del M5S ha già creato un problema per l’apposizione del simbolo per la lista per l’elezione della città metropolitana di Napoli, dove si vota domenica (sabato il leader M5S, Giuseppe Conte, sarà in città per partecipare con il sindaco Manfredi alla manifestazione per l’Ucraina) ma a breve si riproporrà la questione per le prossime amministrative.

Una volta riapprovato lo Statuto con le modifiche, gli iscritti saranno poi nuovamente chiamati a rivotare per Conte presidente. Nella precedente votazione di agosto, gli iscritti erano stati chiamati al voto il 2 e 3 del mese per lo Statuto e subito dopo, il 5 e 6 agosto, votarono il presidente.

“Aspettiamo questo voto sullo Statuto e poi programmeremo anche un voto sulla mia persona e anche io mi sottoporrò a questo nuovo bagno di partecipazione democratica”, ha dichiarato l’ex premier a chi gli chiedeva se i tempi per questa nuova consultazione arriveranno a breve.

“Conte è già legittimato e lo reputo un grande leader”, dice il presidente della Camera, Roberto Fico. “Conte ha avuto un plebiscito e, secondo me, avrà un grande plebiscito anche questa volta”.